Note sul Neto e il Cammino di Gioacchino. “Non solo una strada ma un modo di vivere”
CROTONE – La proiezione del docufilm “Con i piedi leggeri: il cammino di Gioacchino” di Angelo Resta è stata al centro del terzo appuntamento del Festival “Note sul Neto”, organizzato dalla cooperativa L’Ape Millenaria e dall’associazione culturale Astiokena.
Da qui si è partiti per un confronto sulla figura di Gioacchino da Fiore e sul ruolo del monachesimo nella cultura italiana, ma anche sulle opportunità fornite dalla possibile organizzazione di un “cammino” vero e proprio, sui luoghi e sulle vie (fisiche e spirituali) percorse dall’Abate di San Giovanni in Fiore. Perché un cammino non è mai soltanto un percorso da affrontare fisicamente, avendo una componente spiritualle di grande intensità.
L’incontro è stato introdotto da Antonio Grimaldi, presidente de L’ape millenaria, che ha ribadito quanto sia difficile, in taluni casi, partecipare ai bandi regionali: “L’idea iniziale era quella di elaborare un progetto più articolato col quale partecipare ad un apposito bando regionale, che però aveva tempi così ristretti da rendere impossibile la sua realizzazione. Così, ancora una volta, abbiamo fatto da soli”.
Il regista del docufilm ha poi spiegato come da questo impegno, e dalla conoscenza “di persone impegnate con la loro passione civile a tenere viva la fiamma della conoscenza, sia nata la voglia di dare vita a qualcosa di più organico e bene organizzato”.
Quindi l’intervento del professor Francesco Lopez, presidente del Centro studi Peluso, che si è soffermato sulla centralità assoluta della Calabria nel processo di transizione tra la cultura greca e quella latina, avvenuto tra il 1100 e il 1200 proprio grazie al monachesimo e all’opera di Gioacchino, “perché la cultura greca era custodita nei monasteri della Calabria”. Ha poi fatto un richiamo alla storia del monastero di Calabromaria di Altilia e del vicino casale, studiata ed illustrata da Giuseppe Talarico, anche attraverso l’approfondito esame del catasto onciario dell’epoca.
A Claudia Rubino, giornalista ed esperta di cammini, per averne portati a temine molti, il compito di spiegare il significato di un cammino, per chi lo percorre e per il territorio che lo ospita. “In Calabria – ha spiegato – ci sono due cammini già presenti nell’atlante del Mibact, il cammino di San Francesco di Paola e il Sentiero dei briganti. Quello di Gioacchino si candida per entrarci a breve. Creare un cammino, pensarlo e realizzarlo vuol dire portare sul territorio sviluppo socioculturale (perché è un modo di prendere consapevolezza del patrimonio naturalistico e culturale, oltre che di sé), e poi vuol dire portare economia, attraverso le migliaia di persone che questo cammino lo percorrono”. Gli inglesi lo chiamano “the way”, “che è la strada – ha aggiunto – ma è anche il modo di vivere. Ecco perché organizzare un cammino può voler dire portare le nostre bellezze, la nostra cultura, i nostri prodotti tipici all’attenzione nazionale”.
A questo punto Grimaldi ha proposto che l’ex albergo “La Graziella”, in cui si è svolto l’incontro, potesse fungere da punto di ospitalità lungo il costituendo cammino di Gioacchino.
Infine la chiusura è stata affidata a Riccardo Succurro, presidente del Centro di studi gioachimiti di San Giovanni in Fiore, che ha sottolineato la necessità di impegnarsi in una ricerca scientifica rigorosa “che restituisca Gioacchino a Gioacchino, nella sua corretta interpretazione filosofica, e che ponga questa figura e questo territorio di nuovo al centro di un contesto internazionale”.
Il pomeriggio si è concluso con il concerto di Cataldo Perri e lo Squintetto, Checco Pallone, Enzo Naccarato e Piero Gallina.