Nuovi inceneritori, Regioni divise

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ROMA – Le Regioni si sono divise sul parere relativo al dpcm che punta a dotare il Paese di nuovi inceneritori, otto nell’ultima versione. Al termine della Conferenza delle Regioni, infatti, emerge che il parere espresso è stato positivo, ma a maggioranza e non all’unanimità. Infatti 15 Regioni dicono sì, ma condizionando l’ok all’accoglimento di un emendamento che stabilisca nel dpcm che possano essere le Regioni a decidere in base all’evoluzione dei piani regionali di raccolta differenziata, nel senso: la necessità dell’impianto si verifichi dopo una proiezione sui fabbisogni futuri e in relazione ai piani regionali. Le altre Regioni invece oppongono un no secco, e sono Lombardia, Marche, Umbria, Abruzzo e Molise, riferiscono gli uffici della Conferenza.

Per il dpcm inceneritori “il parere positivo è condizionato a emendamenti e osservazioni in relazione all’integrazione tra piani regionali e il piano nazionale”, spiega Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni, a margine della riunione di quest’ultima, dicendosi “convinto che il governo le accoglierà” alla Conferenza Stato Regioni. Come spiega Fulvio Bonavitacola, assessore all’Ambiente della Regione Campania e coordinatore della commissione Trasporti delle Regioni, sul punto degli impianti di termovalorizzazione, oggetto insieme agli impianti di trattamento della frazione organica del dpcm in questione, sui due temi le Regioni presentano “due emendamenti sostanziali”. Rispetto ai termovalorizzatori “l’accoglimenti dell’emendamento è condizione al parere favorevole”, e “prevede che la ricognizione effettutata dal governo sui nuovi impianti abbia carattere ricognitorio, che sia soltanto una fotografia della situazione secondo il fabbisogno all’attualità, ma che le decisioni sulla realizzazione degli impianti e la pianificazione spettino alle Regioni attraverso i rispettivi piani di gestione” il tutto “in considerazione del trend di crescita della raccolta differenziata”.

Per chiarire, prosegue, Fulvio Bonavitacola, assessore all’Ambiente della Regione Campania e coordinatore della commissione Trasporti delle Regione Campania, “se io oggi ho un fabbisogno di frazione secca, quella che va a termovalorizzazione, di un tot tonnellate l’anno, e in 4 anni devo realizzare un termovalorizzatore, e il mio programma di raccolta differenziata nei prossimi 4 anni abbassa questo fabbisogno, è evidente che cambiamo i dati di partenza della pianificazione” e magari non servirà l’inceneritore. Il fatto è che “il dpcm prevede nuovi impianti a giudizio del ministero dell’Ambiente all’attualità- dice Bonavitacola- noi ne prendiamo atto come una ricognizione all’attualità ma chi decide sono i piani regionali, in relazione anche allo scenario di incremento della raccolta differenziata”.

Per quanto riguarda la frazione organica, il dpcm presenta “la fotografia della situazione esistente” degli impianti per trasformarla in Frazione organica stabilizzata (Fos) “e la programmazione del fabbisogno futuro”, aggiunge l’assessore della Campania. “Su questo non ci sono obiezioni”, prosegue, “ma il dato importante che sottolineo su proposta della Regione Campania e accolta dalla Commissione Ambiente” della Conferenza delle Regioni è che “venga posta fine alla telenovela infinita sull natura giuridica dei rifiuti della frazione organica trattata con biostabilizzazione”. La richiesta è che “se questa frazione è sottoposta a un trattamento industriale non sia più da considerarsi un Rifiuto solido urbano (Rsu)” ma che quindi la Fos “debba essere considerato rifiuto speciale”, che “non è sottoposto al preventivo accordo fra le Regioni sullo spostamento dei flussi ma diventa un prodotto sottoposto a regime di libera circolazione”, come Materia prima seconda. Quindi, conclude Bonavitacola, sul dpcm inceneritori “il parere della Conferenza delle Regioni è favorevole a condizione dell’accoglimento di una serie di emendamenti a partire da questi due temi, che sono i più significativi”. (DIRE)

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