Onu: “Siria, servono 8 milardi”
NEW YORK – Con la guerra in Siria che si avvia verso il suo sesto anno senza che ci sia alcuna possibile soluzione all’orizzonte, le Agenzie umanitarie e di sviluppo delle Nazioni Unite (Unocha, Unhcr e Undp) lanciano un appello agli Stati per raccogliere nuovi, fondamentali finanziamenti per il 2016: serviranno 7,73 miliardi di dollari per riuscire a portare aiuti a 22,5 milioni di persone in Siria e in tutta la regione.
L’appello comprende due aspetti importanti: l’assistenza per 4,7 milioni di rifugiati, attesi nei paesi vicini entro la fine del 2016, e per 4 milioni di persone nelle comunità che li ospitano e il supporto per 13,5 milioni di persone sfollate all’interno della Siria stessa a causa del conflitto. Il primo di questi aspetti, il Piano Regionale per i Rifugiati e la resilienza (3RP) per il 2016, copre le attività di circa 200 partner, tra cui Agenzie delle Nazioni Unite, organizzazioni intergovernative e organizzazioni non governative in Turchia, Libano, Giordania, Iraq ed Egitto. Con un ammontare pari a 4,55 miliardi di dollari, l’appello mira a sostenere le persone costrette a fuggire dalla Siria nei paesi limitrofi e le comunità in cui sono ospitate.
“Anche nel momento in cui l’afflusso verso l’Europa ha finalmente catalizzato l’attenzione del mondo sulla crisi in Siria e gli insostenibili livelli di sofferenza umana che questa continua a provocare, il peso più grave in assoluto è sulle spalle delle comunità e dei governi della regione”, dichiara l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi.“Dobbiamo impedire che i rifugiati siriani scivolino sempre più nella povertà e aiutarli a coltivare la speranza nel proprio futuro e in quello del loro Paese, oltre che fare di più per aiutare coloro che li ospitano”, ha aggiunto Grandi. Per l’anno in corso, tra i principali indirizzi strategici del piano, si annoverano maggiori investimenti nel campo dell’istruzione e maggiori opportunità di formazione professionale e mezzi di sussistenza per i rifugiati e le comunità ospitanti. I partner che promuovono il programma chiedono anche maggiore sostegno ai rifugiati più vulnerabili per garantire loro un’adeguata distribuzione di cibo e soddisfare altri bisogni di base, insieme a un maggiore sostegno a capacità di risposta e sistemi nazionali che garantiscono servizi nel campo della salute, dell’istruzione e della fornitura d’acqua.
“Gli approcci convenzionali che propongono aiuti subito, sviluppo dopo non possono funzionare in Siria o in altre crisi prolungate”, aggiunge l’amministratore di Undp Helen Clark. “I rifugiati, le comunità ospitanti e gli sfollati interni in Siria hanno bisogno di mezzi di sostentamento. Hanno bisogno di servizi di base, tra cui quelli sanitari, educativi, idrici, oltre a servizi igienici, energia elettrica e servizi di smaltimento dei rifiuti. E hanno bisogno di sperare in un futuro migliore. I partner del piano 3P esortano i donatori a erogare fondi dall’inizio di quest’anno, a fornire finanziamenti pluriennali e armonizzare gli investimenti in operazioni umanitarie e di sviluppo per contribuire così ad una migliore pianificazione.
Le organizzazioni sottolineano, inoltre, che il conflitto in Siria continua ad essere la più grande crisi a livello mondiale. Si stima che circa 250 mila persone siano state uccise e circa 1,2 milioni siano state ferite. Il Piano di risposta umanitaria in Siria per il 2016 richiede circa 3,2 miliardi di dollari per fornire assistenza umanitaria e protezione a 13,5 milioni di persone. Queste esigenze sono state calcolate sulla base di una raccolta dati e una rigorosa individuazione delle priorità in tutto il paese. Il piano si concentra sul salvataggio di vite umane, un migliore accesso agli aiuti umanitari, e il rafforzamento di interventi di protezione e sostegno alla resilienza a lungo termine per le comunità più vulnerabili.
“Con l’inizio del 2016, milioni di persone hanno ancora bisogno di assistenza all’interno della Siria e quasi 400 mila persone sono intrappolate dalle fazioni combattenti e viene effettivamente impedito loro di ricevere qualsiasi tipo di aiuti umanitari. Dopo quasi sei anni di brutale conflitto e paralisi politica, la popolazione siriana ha più che mai bisogno del nostro aiuto”, ha dichiarato Stephen O’Brien, direttore delle operazioni umanitarie per le Nazioni Unite. “La Conferenza del 4 febbraio per la Siria sarà l’occasione per far luce sull’impatto umano del conflitto, in particolare sulle donne, le bambine e i più giovani. Verrà richiesto sostegno per riconoscere le responsabilità per gli abusi contro i civili e la loro mancata protezione. Esorto gli Stati affinché mandino a Londra i più alti dirigenti per mostrare al mondo che questa crisi merita tutta la nostra attenzione e il nostro impegno,” ha aggiunto O’Brien. Gli appelli per la Siria sono parte del più ampio appello umanitario per il 2016, in cui si richiedono 20,1miliardi di dollari per raggiungere 87 milioni di persone. (Redattore Sociale)