Operazione Jonny, mons. Bertolone: “Dove c’è Vangelo non ci può essere ‘ndrangheta”
“Dove c’è Vangelo non possono esservi mafiosi o interessi criminali”. Un concetto che mons. Vincenzo Bertolone, arcivescovo di Catanzaro nonché presidente della conferenza episcopale calabra, ribadisce con forza all’indomani dello scandalo che ha travolto il centro accoglienza Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto e che ha visto finire in manette anche un sacerdote, don Edoardo Scordio. Secondo le indagini della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro don Scordio, insieme a Leonardo Sacco presidente della Misericordia che gestisce il centro per immigrati, facevano affari con la ‘ndrangheta dividendosi i soldi destinati all’accoglienza. Un vero e proprio business per favorire la potente cosca criminale degli Arena e per alimentare gli interessi clientelari di pochi con un giro di milioni di euro; un circolo vizioso e perverso che si è consumato per anni ai danni dei migranti a cui non veniva assicurato neanche un pasto decente.
“Siamo addolorati per questa vicenda che racconta di una speculazione sulla pelle dei più deboli – sottolinea mons. Bertolone -. Attendiamo fiduciosi gli approfondimenti della magistratura, alla quale confermiamo stima e massima disponibilità alla collaborazione”. Su questa scandalosa vicenda, il presidente della conferenza episcopale calabra tiene a rimarcare: “Non abbiamo bisogno di aspettare le sentenze per ribadire quella che già da tempo è la posizione della Chiesa calabrese nei riguardi delle mafie: nessuna possibilità di confusione, ma al contrario netta e radicale antitesi”.
A questo proposito Bertolone prende ad esempio una figura luminosa nella storia del sacerdozio cattolico, don Pino Puglisi ucciso a Palermo dalla mafia. “Un modello di vita e di comportamento pastorale, di cui fra qualche giorno si celebrerà l’anniversario della beatificazione e che – insiste l’arcivescovo – sta ad indicare, in particolare ai sacerdoti e non solo a loro, quale debba essere la strada da seguire. La strada della coerenza, dell’umiltà, dell’onestà, della pastorale evangelica. Una strada dalla quale, per quanto ci riguarda, non intendiamo e non vogliamo deviare”. (Agenzia Redattore Sociale)