Opg, mancano posti nelle Rems
ROMA – Le condizioni per arrivare alla chiusura degli Opg “ci sono”, ma “bisogna risolvere anche il problema del rubinetto d’entrata” nelle Rems, le residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza. A rilanciare l’allarme sul “rischio fallimento” della storica operazione della chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari è Franco Corleone, commissario straordinario per la chiusura degli Opg, che questo pomeriggio interverrà durante il convegno organizzato da StopOpg presso la sede nazionale della Cgil in occasione del primo “Anniversario della data fissata dalla legge per la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari Opg (31 marzo 2015 – 2016)”. Una partita in continua evoluzione, quella delineata da Corleone, su di una scacchiera dove ogni mossa ha delle conseguenze, talvolta anche impreviste.
Ad oggi, sono 90 gli ospiti degli Opg di Montelupo Fiorentino, Aversa, Barcellona Pozzo di Gotto ed infine anche quello di Reggio Emilia che ha visto slittare la chiusuraannunciata dallo stesso Corleone per metà marzo ad aprile. Passi lenti, in ritardo, ma comunque certi, assicura Corleone. “Pensavo di trovare una situazione bloccata – spiega -, invece in qualche modo è sbloccata, ma il problema è rispettare i tempi”. A pesare sui diversi processi è l’incastro tra disponibilità di posti nelle Rems attivate, quelle ancora da attivare e la possibilità di svuotare gli Opg. “A Reggio Emilia, purtroppo, la chiusura non è avvenuta perché l’operazione va in sincronia con altre questioni – racconta Corleone -. Ci sono tre persone che devono andare a Castiglione delle Stiviere e tre toscani che invece devono andare a Volterra, ma qui l’ampliamento della ricettività è ancora fermo e le notizie che ho è che dal 4 aprile si muoverà qualcosa. Il Dap credo abbia già attivato tutte le procedure in modo da fare queste assegnazioni appena ci sarà la disponibilità”.
Anche il quadro delle Rems va aggiornato. Oggi sono una ventina quelle attive e accolgono oltre 540 persone. Dalle regioni, però, arrivano notizie positive. “Sono stato in Abruzzo per vedere la Rems vicino L’Aquila – racconta Corleone -. Devo dire che è una sistemazione molto confortevole e il personale mi pare molto motivato. Verrà inaugurata il 4 aprile, ma sarà attiva dall’11. Sulla carta sono 13 le persone che ci andranno. Una soluzione che nasceva come provvisoria, ma che d’accordo con la regione potrà diventare definitiva”. Sulla tabella di marcia ci sono anche la Rems in Calabria, dove si registrano alcuni ritardi, un allargamento a Nogara dal primo giugno, nuovi posti anche a Volterra e una Rems a Carovigno, in Puglia, e anche in Piemonte. “Con questo dovrebbe realizzarsi non solo la chiusura di Reggio Emilia – spiega il commissario -, ma anche dell’Opg di Aversa nel giro di due mesi. Per Barcellona Pozzo di Gotto e Montelupo ci vorrà più tempo”.
A preoccupare Corleone, però, non è tanto la possibilità di arrivare ad una chiusura definitiva degli Opg entro i restanti 5 mesi del suo mandato, quanto il flusso di persone inviate alle Rems dalla magistratura. “Il quadro si sta componendo – spiega Corleone -, ma il problema di fondo è questo: le Rems non possono diventare un sistema a porte girevoli. Le Rems non solo devono essere l’ultima istanza, ma soprattutto devono essere dei luoghi per persone che vengono qualificate in forma definitiva come incapaci di intendere e volere. Non persone con misure provvisorie. Così sta diventando un bancomat, uno sportello, e non va bene”. In pochi giorni, infatti, le persone inviate alle Rems sono salite a 120 e attualmente si ritrovano con un provvedimento non eseguito per mancanza di posti.
“Ho posto la questione sia al ministero della Giustizia, a quello della Salute e alla presidenza del Consiglio. Ho fatto presente che occorre un provvedimento di urgenza, attraverso un decreto legge per ridefinire la misura di sicurezza nelle Rems. Così il sistema rischia di fallire, perché il numero è troppo imponente e le Rems non basterebbero mai. Dobbiamo essere consapevoli che di fronte ad una così ampia riforma ci sono aggiustamenti da fare in corso d’opera. La priorità è chiudere gli Opg perché ci sono 90 persone in condizione di illegalità, dall’altra però abbiamo 120 persone con un provvedimento non eseguito. Anche questa è una cosa che può produrre anche effetti non voluti, pericolosi, dannosi”. Per Corleone, stavolta non c’è altra strada che un provvedimento d’urgenza. Aspettare la riforma complessiva indicata dagli Stati generali sul carcere potrebbe essere fin troppo rischioso. “Non vedo altra strada che quella di un provvedimento d’urgenza – aggiunge Corleone – per chiarire la situazione. Entro 5 mesi bisogna risolvere non solo la chiusura degli Opg con l’attivazione delle Rems che mancavano all’appello, ma anche questa situazione delle misure provvisorie”. (Agenzia Redattore Sociale)