Opg, tutti chiusi entro novembre
ROMA – Per fine novembre Opg tutti chiusi e Rems attive e funzionanti. Eccole le previsioni di quello che succederà nei prossimi mesi secondo Franco Corleone, appena confermato dal Consiglio dei Ministri nell’incarico di Commissario unico del Governo per le procedure necessarie alla chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari. Una proroga – l’ultima, secondo lo stesso Corleone – che consentirà di completare un percorso avviato ormai da tempo e di avviare poi le iniziative necessarie per mettere a regime l’intero sistema.
“Il bilancio di questi mesi – afferma Corleone – è positivo: si è messo in moto un processo che era sostanzialmente bloccato. Si sono chiusi due Opg (Reggio Emilia e Santa Maria Capua Vetere) e la casa di cura e custodia di Solliciano. Si sono aperte le Rems in Abruzzo, Puglia e in Veneto c’è stato anche l’apertura del secondo modulo, e si sono messe in moto l’apertura delle Rems nelle regioni che erano assenti su questo piano”.
“Per quanto riguarda gli internati – continua Corleone – siamo passati da quasi 100 a circa 35e siamo vicini al traguardo: io penso che per fine novembre l’obiettivo ottimale da raggiungere è quello di chiudere gli Opg di Montelupo e Barcellona Pozzo di Gotto contestualmente all’apertura i cinque Rems in Piemonte, Liguria, Toscana, Calabria e Sicilia. Sono tutte strutture individuate, ma l’obiettivo di fine novembre è realistico. Significherebbe raggiungere l’obiettivo storico della chiusura degli Opg, avere le Rems aperte e funzionanti e contemporaneamente vorrei anche per quella data arrivare alla completa regionalizzazione e territorializzazione delle ospitalità, che quindi non ci siano più persone in regioni diverse a quella di residenza”.
“I mesi successivi – argomenta il Commissario – dovranno poi essere dedicati ad affrontare le questioni che sono emerse nel corso del tempo e che nella relazione semestrale ai primi settembre farò presente: la principale è quella delle misure di sicurezza provvisorie, per cui da tempo suggerisco e invoco un provvedimento legislativo per affrontare la vera natura delle Rems e la natura delle misure sicurezza provvisorie rispetto a quelle definitive, con le modifiche al codice penale necessarie”.
“Oggi – spiega – le misure di sicurezza non eseguite sono 203. Serve un intervento. Il tavolo degli Stati Generali ha fatto delle proposte in merito e bisogna che il ministero della Giustizia si metta al lavoro per decidere quali di quelle proposte devono essere messe in opera immediatamente, altrimenti noi chiudiamo gli Opg, facciamo le Rems ma restiamo con un macigno di misure di sicurezza non eseguite che è insostenibile”. Corleone ritiene che molte di queste oltre duecento richieste “non siano fondate sulla legge 81”, ma “alcune probabilmente sì”, ammette. “Se non si fa una riforma chiara noi rischiamo di mettere nelle Rems persone per le quali non vi sarebbe tale necessità e di lasciare invece fuori, libere, persone meritevoli di una attenzione”.
Le altre questioni aperte riguardano la disponibilità di tutte le Rems ad accogliere le donne e il fatto che i regolamenti delle varie Rems sono diversi fra loro, il che porta alla necessità di una verifica sul fatto che non ci siano sfasature troppo evidenti nei diritti garantiti agli ospiti. “C’è un problema con i senza dimora, una cinquantina (10 italiani, 40 stranieri): bisogna capire meglio – spiega Corleone – la loro situazione e la loro prospettiva, e affrontare il tema della residenza almeno per gli italiani. Oltre che aprire alla possibilità che per gli stranieri il principio della territorialità legata alla commissione del reato possa non essere cosi rigido come avviene adesso, anche per utilizzare tutte le risorse che ci saranno a disposizione”. Ancora, problemi legati agli standard abitativi, con la necessità di eliminare tutte le stanze con più di due letti (oggi in alcune Rems ci sono stanze a 3 o 4, e anche più a Castiglione delle Stiviere”. A proposito di Castiglione delle Stiviere, “se il programma va in porto – dice Corleone – esso rimarrà solo un luogo per lombardi, e a quel punto bisognerà ragionare sul fatto se raggruppare in un solo paese sei Rems sia congruo o non vada contro lo spirito della riforma della legge 81”.
Il cammino dei prossimi mesi dunque è tracciato. “Mi auguro comunque – dice Corleone – un’accelerazione, ma purtroppo in questo periodo tutte le iniziative che prendo si scontrano contro il generale agosto… Io calcolo che nei tre mesi di settembre, ottobre e novembre si raggiungano i risultati principali e poi si apra un ragionamento sulla necessità di fare un monitoraggio serio e continuo della situazione”.
C’è anche un’altra certezza: la proroga appena ottenuta dal Consiglio dei Ministri sarà l’ultima. “Io suggerirò che alla fine di questa esperienza commissariale si formi un organismo di coordinamento con i ministeri, le regioni, i rappresentanti delle Rems e dei magistrati per seguire passo passo lo sviluppo della situazione: non può essere abbandonata. Questa riforma ha avuto effetti non solo positivi ma importanti dal punto di vista di ricostruire un rapporto fra strutture del territorio della psichiatria e può essere un volano per una maggiore attenzione alle persone che compiono reati e poi vengono giudicate incapaci”. (Agenzia Redattore Sociale)