Ospedale Kunduz, MsF: “versione Usa lascia più domande che risposte”
ROMA – La vicenda non può essere liquidata come un errore umano. Dopo la pubblicazione delle conclusioni dell’indagine Usa sul bombardamento che il 3 ottobre scorso distrusse l’ospedale di Medici senza Frontiere a Kunduz, in Afghanistan, è arrivata la presa di posizione ufficiale di Christopher Stokes, direttore generale MSF.
“La versione degli eventi presentata dagli Stati Uniti lascia MSF con più domande che risposte – ha detto – È sconcertante che le forze statunitensi possano sferrare un attacco senza vedere direttamente l’obiettivo, senza avere accesso a una lista di siti da non attaccare e con sistemi di comunicazione malfunzionanti. Sembra – continua Stokes – che 30 persone siano state uccise e centinaia di migliaia siano state private di cure mediche salvavita a Kunduz, semplicemente perché l’ospedale di MSF era l’edificio più grande vicino a un campo aperto e perché “corrispondeva grossomodo” alla descrizione di un obiettivo intenzionale.
Lo spaventoso catalogo degli errori presentato – dice ancora il direttore generale di MSF dimostra gravi negligenze e violazioni delle regole della guerra da parte delle forze statunitensi. La distruzione di una struttura protetta avvenuta senza verificare l’obiettivo – in questo caso un ospedale funzionante, pieno di personale medico e pazienti – non può essere liquidata come un errore umano o come un’infrazione delle regole d’ingaggio statunitensi. MSF ribadisce il proprio appello per un’investigazione indipendente e imparziale sull’attacco al nostro ospedale di Kunduz. Le investigazioni su questo incidente – conclude – non possono essere lasciate soltanto alle parti del conflitto in Afghanistan”.
Redazione