Padel, terapista del movimento: “Gioco che è metafora di vita”
Lo afferma Marco Baldini, terapista del movimento, che dal 10 al 12 marzo prenderà parte a ‘Pix-Padel Italy X-Perience’, evento che sarà ospitato negli spazi della Nuova Fiera di Roma con numerosi eventi rivolti a circoli, scuole, famiglie e operatori dello sport che sta appassionando grandi e piccoli, professionisti e non.
“Considero lo sport del padel come una metafora della vita. Vuol dire mettersi in gioco nell’incertezza, perché nel padel di certo c’è veramente poco: non sai cosa fa il tuo compagno, non sai cosa fanno gli avversari, non sai cosa fa la pallina quando prende il vetro o la grata. Ecco perché in questa disciplina occorre allenare la velocità di spostamento e la velocità di reazione in maniera veramente fondamentale”. Lo afferma Marco Baldini, terapista del movimento, che dal 10 al 12 marzo prenderà parte a ‘Pix-Padel Italy X-Perience’, evento che sarà ospitato negli spazi della Nuova Fiera di Roma con numerosi eventi rivolti a circoli, scuole, famiglie e operatori dello sport che sta appassionando grandi e piccoli, professionisti e non.
“Innanzitutto- precisa- la velocità di spostamento e reazione e l’orientamento del corpo su un campo di padel si allenano scoprendo i punti di forza e di debolezza. Nel momento in cui una persona vuole allenarsi a muovere il proprio corpo più velocemente e a relazionarsi con lo spazio, occorre che abbia una maggiore consapevolezza del proprio corpo. Quindi, se ci sono dei muscoli ipertonici, quindi eccessivamente tonici, questi muscoli vanno rilassati e questo avviene attraverso tecniche specifiche. Allo stesso tempo vanno attivati i muscoli inibiti: faccio sempre l’esempio della spina staccata dalla presa. È come se non ci fosse un contatto”.
Contemporaneamente viene fatto un lavoro attraverso una riattivazione con le corde, quindi in instabilità, a corpo libero, e dopo si va in campo. “Il campo- spiega Baldini- è teatro di tutta una serie di esercizi che permettono di migliorare la velocità sul terreno di gioco, con obiettivi che possono essere di spazio e di tempo ma anche di giochi di reazione”.
“Il mio- tiene poi a informare- è un approccio innovativo alla terapia e all’allenamento di chi gioca a padel. È un approccio ma anche una visione, che va al di là di quello che può essere un approccio tradizionale di altri sport, che va dal trattamento del sintomo, quindi rimuoverlo o farlo scomparire attraverso farmaci piuttosto che infiltrazioni, a quello che è poi l’altro trattamento tradizionale, ovvero la fisioterapia o l’osteopatia, trattamenti che curano la struttura”.
“Io vado oltre- sottolinea Baldini- vado a trattare la funzione neuromuscolare, affinchè la persona si metta in gioco per riscoprirsi, riattivi il proprio potenziale e possa quindi godere al meglio del proprio sport, in questo caso il padel, perchè durante gli esercizi attivi andiamo proprio a mimare i gesti tecnici e sportivi di questo sport”.
Marco Baldini è stato il terapista ufficiale della Veneto Padel Cup 2021 e 2022 e referente di un gruppo di quattro fisioterapisti, ha trattato giocatori e giocatrici come Ramiro Moyano, finalista lo scorso anno in Svezia al World Padel Tour, e Carolina Orsi. Il discorso verte poi sulla terapia del movimento. “È una terapia che ho creato qualche anno fa e che si prende cura della qualità dei movimenti del corpo, manualmente e per mezzo di metodi attivi, di valutazione, riequilibrio e riattivazione neuromuscolare. Questo aiuta e supporta chi gioca a padel a migliorare la propria performance in campo”.
Gli obiettivi sono diversi. “Ridurre la probabilità e l’intensità degli infortuni, risolvere infortuni acuti e cronici- continua Baldini- che solitamente con le tecniche consuete hanno tempi lunghi e a volte sono privi di soluzione, e allo stesso tempo aumentare la capacità di prestazione sportiva in campo. In questo modo, il giocatore o la giocatrice, professionista o aspirante tale, che hanno infortuni cronici come, ad esempio, una lombalgia acuta, una instabilità della spalla o una distorsione alla caviglia, riescono ad aumentare le proprie capacità di prestazione in campo e, quindi, si divertono di più, vincono o hanno un risultato che le soddisfa”.
“Nei tre giorni di ‘Pix-Padel Italy X-Perience’- informa- avrò il mio stand e lì racconterò e farò provare i miei servizi a chi è interessato a fare questo tipo di esperienza fisica. Avrò un mio lettino, avrò la mia struttura con le corde rosse, una struttura che mi è stata realizzata da un grande artigiano. Allo stesso tempo farò valutazioni, trattamenti, terapie o allenamenti e poi sarò relatore del convegno in programma sabato mattina alle 11.30 dove parleremo di padel e salute”.
Marco Baldini fornisce poi la sua personale ricetta per prepararsi al meglio in vista di una partita di padel. “Nel corso della settimana- dice- si svolge un lavoro di riattivazione e di riequilibrio neurouscolare, che può essere fatto sia manualmente che attraverso metodi di riattivazione e di riequilibrio attivi, poi attraverso una preparazione atletica, o meglio un allenamento atletico, proprio come accade per un allenamento tecnico tattico e di attitudine mentale. E per allenamento atletico intendo sia quello delle capacità condizionali che quello delle capacità coordinative, quindi forza, resistenza, flessibilità, coordinazione ed equilibrio”.
“Prima di una partita- dichiara inoltre- è invece necessario non arrivare all’ultimo minuto e fare almeno 15 minuti di riscaldamento fuori dal campo, che permetta di riattivare il corpo in maniera cosciente, per poi aumentare la temperatura, rendere i tessuti più forti e più flessibili e prepararsi anche mentalmente”.
Un allenamento dura circa 50 minuti e altrettanto importante è la preparazione a fine gara. “Ci sono esercizi anche quando la partita finisce, esercizi che possono essere di allungamento miofasciale: in questo caso vado a guidare l’atleta a mollare le catene muscolari, le fasce. Poi faccio fare esercizi che gli consenta di abbassare gradualmente la frequenza dei battiti cardiaci e la frequenza respiratoria. In questo modo il corpo viene aiutato a eliminare le tossine che si sono accumulate durante la partita”.
Tutto questo vale non solo per gli atleti professionisti ma abbraccia anche il mondo dei cosiddetti ‘sportivi della domenica’. “Riguarda certamente tutti coloro che sentono il bisogno di risolvere un problema o richiedono di performare di più, perchè il padel è uno sport praticato da persone che prima non facevano alcun tipo di movimento o che vi arrivavano da diverse discipline. Poi le persone ci hanno preso gusto e oggi tendono a giocare più volte durante la settimana o addirittura più volte nella stessa giornata. Ecco perchè questi giocatori cominciano a sentire il bisogno di recuperare più velocemente, di prevenire gli infortuni e di migliorare la performance”.
Secondo Baldini, in gran parte dei ‘padelisti della domenica’ c’è una insufficiente consapevolezza del proprio corpo. “Questo comporta che non si ha la percezione di come ci si muova, non si ha le percezione che esistono dei punti di forza ma, allo stesso tempo, non ci si accorge che esistono anche dei punti di debolezza che invece possiamo migliorare. Io stesso parlo di riscoperta, di riattivazione del proprio potenziale neuromuscolare. Infatti tante persone si muovono solo quando c’è un dolore”.
“Forse- conclude il terapista del movimento- l’errore consiste proprio nel non muoversi prima di avvertire un dolore. Purtroppo è passato il concetto che ‘salute è assenza di sintomi’, mentre la salute è molto altro. Salute è vivere il proprio corpo nel pieno del proprio potenziale, con una gioia immensa. Significa divertirsi, come nel caso del padel, con forza e agilità”.