Palermo, concerto e flash mob per i diritti umani
PALERMO – Il canto e la musica dei ragazzi dell’orchestra di Brancaccio per testimoniare come i diritti umani passano anche dalle periferie nel momento in cui si dà l’opportunità di studiare e di migliorare la propria vita. In questo modo ieri pomeriggio, nello splendido atrio di Palazzo delle Aquile, il Movimento di riconciliazione internazionale (Mir) ha voluto organizzare una giornata sui diritti umani. L’orchestra e il coro giovanile di Brancaccio, diretti dalla direttrice Pia Tramontana, hanno proposto un repertorio di musica antica con l’Inno alla gioia, il tema dell`acqua di Händel e alcune Canzonette del `500 e del `600. A parlare di diritti umani vicini e lontani, oltre al vicepresidente nazionale del Mir Francesco Lo Cascio, sono stati Adham Darawsha (presidente della Consulta delle Culture), Marianna Di Rosa che ha ricordato il cooperante palermitano Giovanni Lo Porto sequestrato in Pakistan ed ucciso dai droni Usa e l’assistente sociale missionaria suor Anna Alonzo.
“Anche in tempi difficili come questo – ha detto nel suo saluto iniziale Adham Darawsha, portando i saluti del sindaco – dobbiamo continuare a testimoniare in maniera forte i diritti di tutti i popoli. Non ci pieghiamo a nessuna forma di terrorismo e proprio per questo cerchiamo di spenderci ogni giorno con parole e fatti per l’accoglienza vera dei migranti di varie religioni e nazionalità. I diritti umani devono essere vissuti e perseguiti nel nostro quotidiano quando ci sentiamo tutti fratelli lontano da pregiudizi e chiusure di ogni tipo”.
Sicuramente il dramma internazionale a cui non è stato dato il giusto risalto politico e sociale è quello che ha riguardato la morte di Giovanni Lo Porto. “Giovanni Lo Porto era un ragazzo coraggioso e pieno di vita – ricorda Marianna Di Rosa una sua amica – che non meritava questa fine terribile. Sono purtroppo tante le responsabilità legate a questa morte che sono emerse molto poco e su cui ancora non si è voluto fare piena luce”.
Facendo un salto verso una dimensione più strettamente locale, evidenziato come la città di Palermo sia ancora piena di gente senza diritti. “Le periferie e le strade della città sono piene di gente senza diritti – sottolinea Francesco Lo Cascio del Mir di Palermo -. Sicuramente il tema dei diritti umani riguarda non solo l’aspetto globale ma anche quello locale. Palermo è un crocevia di storie e di tanta gente che ancora in molte periferie ‘esistenziali’ e materiali non ha diritti. Non a caso abbiamo voluto Anna Alonzo e il coro di Brancaccio e anche il flash mob con il gruppo del Ghana. Si è venuta a creare quindi una platea di palermitani e nuovi palermitani variegata e colorata per testimoniare i diritti che ci sono ma anche quelli che ancora non ci sono”.
Il lavoro con i ragazzi di Brancaccio non è facile ma è pieno di soddisfazioni come sottolinea la soprano in pensione del Teatro Massimo Pia Tramontana. L’attività rientra nell’ambito del progetto “L’arte adotta un bambino” finalizzata all’avviamento del teatro musicale di bambini e ragazzi di età scolare.
“Impegnarsi con questi ragazzi è molto bello – spiega Pia Tramontana che è anche consigliera comunale -. Naturalmente il primo passo è quello di farsi accettare perché all’inizio ti vedono come un elemento estraneo al loro piccolo universo. Certamente le provocazioni non mancano ma è un loro modo di comunicare che va accolto. Il teatro musicale, il canto e l’uso di uno strumento li aiutano senz’altro anche nella concentrazione e nell’impegno che a loro potrà servire anche per altre cose. Con il nostro progetto siamo allo Zen, alla Guadagna, a Ballarò – Albergheria, a Vergine Maria e presto anche a Borgo Nuovo”.
Sono ancora tanti i luoghi di Palermo in cui i diritti soprattutto di chi è più fragile risultano ancora una chimera. A dirlo con la forza di sempre è pure la missionaria Anna Alonzo. “Nel quartiere Guadagna dove opero da quasi 4 anni – ha detto la suora missionaria – si guadagna tutto tranne che la dignità. Ci sono problemi di ogni tipo che riguardano giovani, famiglie e bambini ma le istituzioni da sempre sono invisibili. Quando parliamo dei diritti umani questi devono passare proprio dalle periferie da quei luoghi in cui si cresce in fretta senza riferimenti e senza aiuti”.
“Il popolo degli invisibili senza diritti sono – continua Anna Alonzo – anche tutti coloro che sono finiti in strada, i più fragili a cui non importa niente a nessuno e anche le giovanissime ragazze immigrate schiave del mercato del sesso”. Con le note di Imagine di Jonh Lennon la serata si è poi conclusa con un flash mob: una danza coloratissima all’insegna dell’intercultura curata da Federica Aluzzo. (Redattore Sociale)