Palermo, una villetta confiscata per i ragazzi autistici
ROMA – Il “Dopo di noi” per i ragazzi autistici di Palermo ha finalmente trovato casa.Dopo aver perso “al sorteggio” l’assegnazione di un immobile confiscato e messo al bando, che avrebbe proprio fatto al caso loro, oggi le famiglie del Centro Corradini festeggiano un’importante vittoria: ieri hanno avuto simbolicamente le chiavi di una villetta, all’interno di un complesso residenziale, con tutti i requisiti adatti alle loro esigenze. Primo fra tutti, le buone condizioni strutturali, visto che le famiglie non avrebbero potuto sostenere le spese di un’eventuale ristrutturazione. Per di più, gli spazi consentiranno di ospitare fino a 30 ragazzi: 10 in più rispetto a quelli accolti nell’attuale struttura.
“Si tratta di un bene al di fuori di quelli elencati nel bando – ci spiega Rosi Pennino, mamma di una bambina con autismo e presidente del coordinamento di associazioni di famiglie ‘Perlautismo’ – Abbiamo rivendicato i nostri diritti, abbiamo protestato e combattuto, dopo lo scandaloso sorteggio. E alla fine abbiamo vinto. E vincere una battaglia come questa fa bene alle famiglie: non solo perché non dovranno più pagare 3 mila euro di affitto per la struttura in cui, da anni, accolgono 20 ragazzi e adulti con autismo, tra cui alcuni orfani – Ma anche perché questa è una presa d’atto, anche in termini di risveglio delle coscienze in una città in cui il sociale è in ginocchio. Questa vittoria dimostra che qualcosa si può fare per aiutare chi ha bisogno. E sarebbe meglio farlo senza ricorrere a sorteggi”.
Certo, questa vicenda dimostra che “le famiglie dei ragazzi disabili devono sempre combattere, per veder riconosciuti i propri diritti. Ma noi siamo pronti a combattere e lo faremo ancora, soprattutto per cambiare i criteri di assegnazione: continuiamo a sostenere che non possa essere il sorteggio a decidere sull’assegnazione di beni confiscati. Ma debbano essere griglie di valutazioni, capaci di misurare oggettivamente bisogni e priorità. Chiediamo e continueremo quindi a chiedere che le modalità di assegnazione vengano riviste. Perché il sociale, ripetiamo, non si può giocare a sorte”. (Agenzia Redattore Sociale)