Papua Nuova Guinea: Tubercolosi tra le principali cause di morte
Con 30.000 casi riportati ogni anno, la Papa Nuova Guinea ha uno dei più alti tassi di prevalenza di tubercolosi (TB) al mondo (dato OMS). Il governo ha dichiarato lo stato di emergenza in diverse province, mentre Medici Senza Frontiere (MSF) è in azione per rafforzare la prevenzione, la diagnosi e il trattamento per la TB, tra le principali cause di morte nel paese.
I team di MSF, in collaborazione con il ministero della salute, forniscono diagnosi e cure a Port Moresby, la capitale, presso una clinica del Gerehu General Hospital e la Six Mile Clinic, di recente apertura, e svolgono campagne di sensibilizzazione volte a prevenirne la diffusione della malattia.
La TB, tra le più antiche malattie conosciute al mondo, è prevenibile e curabile. Nonostante ciò, resta la seconda malattia infettiva più letale dopo il Covid-19 e si stima che, a livello globale, non venga diagnosticata ad una persona su tre. La tubercolosi si diffonde in aree sovraffollate attraverso goccioline che si disperdono nell’aria. Le persone colpite manifestano spesso gravi sintomi, tra cui forte tosse, dolore toracico, forte debolezza, perdita di peso improvvisa, febbre, in grado di compromettere in modo significativo la loro vita.
Una battaglia difficile
L’80% dei cittadini della Papua Nuova Guinea vive in aree rurali dove il numero di strutture sanitarie è limitato e molti pazienti devono percorrere distanze considerevoli, spesso a piedi, per raggiungere i centri sanitari più vicini e ricevere assistenza. Inoltre, il basso tasso di alfabetizzazione rappresenta un ulteriore ostacolo. Gli equivoci sulle cause della malattia, spesso attribuite a riti di stregoneria, rischiano di provocare stigma e discriminazione nei confronti delle persone affette da TB. Queste barriere rappresentano una delle maggiori sfide per MSF: garantire che i pazienti comprendano le cause della malattia e rispettino il trattamento previsto.
“La TB richiede una terapia lunga e complessa. Per essere curati efficacemente, i pazienti devono assumere il corretto dosaggio dei farmaci, al momento giusto e per la durata prevista. Per molti, questo può significare prendere le medicine ogni giorno per almeno sei mesi” dichiara Nelly Akai, operatrice MSF, che lavora con la comunità locale. “È comune che i pazienti smettano di prendere le medicine quando iniziano a sentirsi meglio, nonostante la malattia potrebbe non essere ancora completamente debellata. Questo può portare alla resistenza ai farmaci e, potenzialmente, alla comparsa di nuovi ceppi di TB più difficili da trattare”.
La resistenza si sviluppa di solito a causa di una gestione inadeguata della malattia, che comprende regimi di trattamento scorretti o il mancato completamento del ciclo di cura, situazione che MSF cerca di evitare con i propri pazienti.
“Da quando mi è stata diagnosticata la tubercolosi l’anno scorso, MSF mi ha supportato nella cura e i sei mesi sono trascorsi senza problemi fino alla guarigione” racconta Peter Wueh, un paziente guarito da TB. “All’inizio è stato piuttosto stressante sia per me sia per la mia famiglia, ma il team MSF è venuto a casa mia, ci ha fatto conoscere questa malattia e ci ha assistito rendendoci le cose più facili”.
Diffusione e sensibilizzazione
Nel tentativo di ridurre l’abbandono della terapia prima della sua conclusione, a Port Moresby il team di MSF effettua visite a domicilio per i pazienti che hanno difficoltà ad accedere alle cure. In particolare, sono in azione in alcuni insediamenti urbani molto popolati e ad alto rischio caratterizzati da scarse condizioni igieniche e, dunque, dove la malattia può diffondersi facilmente.
“Visitiamo le comunità e forniamo informazioni sui sintomi della TB e sulle modalità di trasmissione. Affrontiamo anche le false credenze intorno alla malattia. Parliamo con i leader delle comunità e cerchiamo di coinvolgerli nella ricerca attiva dei nuovi casi che poi trasferiamo nelle cliniche. Se qualcuno tossisce da due o più settimane forniamo contenitori per la raccolta di espettorato, analizziamo i campioni, e ai positivi offriamo immediatamente una terapia” spiega Waru Biramo, operatore di MSF. “La ricerca attiva di nuovi casi è particolarmente importante perché molte persone preferiscono evitare le file alle cliniche per eseguire il test. In questo modo, siamo noi a portare il test a casa loro”.
Tecnologia rivoluzionaria
La clinica per la tubercolosi di Gerehu utilizza il rivoluzionario dispositivo GeneXpert, in grado di analizzare la presenza di batteri della tubercolosi in meno di due ore e di rilevare la resistenza ai fluorochinoloni (un farmaco fondamentale per la cura), aiutando così a diagnosticare anche forme resistenti ai farmaci. In passato, i campioni dovevano essere inviati in Australia, causando ripercussioni sia sul tempo che sui costi. GeneXpert riduce significativamente i ritardi nella diagnosi e nel trattamento, consentendo ai pazienti di iniziare prima la terapia corretta.
“La tubercolosi è in continua evoluzione ed è destinata a rimanere nel paese. Abbiamo bisogno di tutto il supporto possibile per diagnosticare e aiutare la popolazione a combattere questa malattia e credo che questo strumento ci aiuti enormemente” afferma Naomi Lerori, supervisore del laboratorio della clinica Gerehu.