Paralimpiadi, stop definitivo per gli atleti russi
ROMA – Nessuna retromarcia, porte chiuse a tutti i russi. Non cede di un millimetro il Comitato Paralimpico Internazionale (Ipc) che ancora una volta è dovuto intervenire ufficialmente per ricordare che l’esclusione degli atleti russi da Rio 2016 sarà effettiva e reale, e che nessuno dei 175 atleti che hanno chiesto a titolo individuale la partecipazione ai Giochi sotto le bandiere dello stesso Ipc sarà presente a Rio. Come noto l’Ipc ha escluso la Russia dai Giochi Paralimpici per la vicenda del doping di Stato, e più propriamente perché il Comitato paralimpico russo non ha saputo garantire la piena applicazione del codice antidoping mondiale. Condizione essenziale per poter far parte della organizzazione internazionale. Come già era accaduto per le Olimpiadi, dove in una situazione differente numerosi ricorsi personali di atleti capaci di dimostrare la loro estraneità al sistema doping erano poi stati accettati, per le Paralimpiadi non accadrà invece niente di simile. I russi resteranno tutti a casa.
L’Ipc spiega che ogni singolo atleta deve iscriversi e sottostare alle regole del suo Comitato paralimpico nazionale, e che ognuno di questi deve essere pronto a far rispettare le norme (incluso il codice antidoping) in modo efficace all’interno della propria giurisdizione nazionale.Perché i Giochi siano trasparenti, tutti devono sottostare alle medesime regole, dice l’Ipc che spiega come i risultati del rapporto McLaren (numero uno della Wada, l’agenzia mondiale antidoping) segnalano la presenza di un programma di doping statale presente da lungo tempo in tutto lo sport russo, compreso quello paralimpico. Un rapporto, specifica l’Ipc, i cui risultati non sono stati contestati dal Comitato paralimpico russo.
In tali circostanze – scrive l’Ipc – è necessario, proporzionato e legittimo per l’IPC sospendere i diritti del Comitato Paralimpico russo, compreso quello di far partecipare i propri atleti alle Paralimpiadi. Tutto ciò “fintanto che il Comitato russo non riesca a dimostrare che è in grado di far rispettare in modo efficace il codice antidoping in Russia, senza interferenze da parte del governo russo”. In pratica, ricorda l’Ipc, “la ineleggibilità degli atleti russi per le Paralimpiadi di Rio 2016 è l’inevitabile conseguenza della sospensione del Comitato Paralimpico russo”.
Frattanto, il Tribunale federale svizzero ha respinto la richiesta del Comitato Paralimpico russo di emettere misure provvisorie che permettessero agli atleti paralimpici russi di partecipare ai Giochi Paralimpici. “L’Ipc ha grande simpatia per tutti gli atleti russi – dice Xavier Gonzalez, amministratore delegato IPC – ma in modo tragico le autorità russe hanno negato, attraverso le loro azioni, che i loro atleti potessero partecipare a Rio 2016. Una volta che il Comitato Paralimpico russo dimostrerà di essere in grado di far rispettare il codice antidoping Ipc in modo vigoroso ed efficace, senza interferenze, allora l’Ipc sarà lieto di accogliere nuovamente gli atleti russi in una competizione internazionale”. Da ricordare che al momento la sospensione della Russia non è limitata solo a Rio 2016, ma si estende anche alle Paralimpiadi invernali del 2018 di Pyeonchang. (Agenzia Redattore Sociale)