Pedofilia, 11 arresti
Una catenina d’oro, gelati, biglietti per parchi divertimento, cene da McDonald’s. Ma anche denaro, dai 20 ai 100 euro. In cambio di prestazioni sessuali. Con minorenni. E’ un vero e proprio giro di prostituzione minorile quello scoperto dai carabinieri che questa mattina hanno arrestato undici persone nelle province di Brescia, Bergamo, Milano, Monza, Pavia e Parma. Tra gli arrestati anche il sacerdote don Diego Rota, un allenatore di calcio di una squadra giovanile, un vigile urbano e Claudio Tonoli, il 56enne arrestato già nelle scorse settimane, perché pur affetto da Hiv chiedeva di consumare rapporti sessuali non protetti. Tutti sono finiti ai domiciliari.
A far scattare le indagini, nell’agosto scorso, la denuncia di una madre. Sul cellulare del figlio 16enne avrebbe trovato sms nei quali si faceva riferimento ai rapporti sessuali consumati con persone adulte. Il ragazzino avrebbe ammesso gli incontri facendo i nomi di altri suoi amici, coetanei, che come lui avrebbero avuto relazioni con persone maggiorenni.
La conoscenza tra i presunti pedofili e i minori avveniva sui social network, il contatto avveniva in chat mentre gli incontri si consumavano in luoghi appartati: a bordo di autovetture in parcheggi di centri commerciali, in luoghi di intrattenimento e nelle abitazioni di alcuni degli indagati. In cambio delle prestazioni richieste, i ragazzi ricevevano regali o somme di denaro. Alcuni dei soggetti arrestati avrebbero fornito anche dei telefoni cellulari alle giovani vittime per potersi scambiare sms erotici.
L’indagine, cominciata nell’agosto dell’anno scorso, ha consentito di identificare quattro ragazzi minorenni che avevano avuto rapporti sessuali a pagamento. Secondo gli investigatori, sono stati numerosissimi gli episodi di rapporti consumati. Un’inchiesta, quella sfociata nel blitz di oggi, che potrebbe presto riservare nuovi risvolti. Oltre alle undici persone arrestate, almeno un’altra decina sarebbe indagata.
“Le gravi accuse di cui è imputato suscitano nel Vescovo e nella nostra comunità diocesana stupore, sgomento e profondo dolore”. A scriverlo è la Curia di Bergamo dopo la notizia dell’inchiesta che coinvolge anche don Diego Rota, che prestava il suo servizio a Solza (Bergamo). “Desideriamo manifestare la nostra vicinanza a coloro che stanno soffrendo per questa vicenda senza dimenticare nessuno – spiega una nota della Curia -. A seguito dei provvedimenti restrittivi messi in atto, riteniamo di dover nominare un amministratore parrocchiale per garantire il servizio alla comunità parrocchiale di Solza”. “Siamo consapevoli che situazioni di questo genere creano turbamento in molti e vogliamo con tutto il cuore che la verità e la giustizia si affermino, confidando nell’opera di coloro che sono chiamati a garantirle – conclude la Curia -. Sono molti i motivi che inducono la comunità credente ad una preghiera più intensa, alla quale ci disponiamo in questo momento”.
Redazione