Pedofilia, quel silenzio della Chiesa sull’arresto del prete in Calabria
REGGIO CALABRIA – “È ormai trascorso quasi un mese dall’arresto di Antonio Tropea, parroco di Messignadi di Oppido Mamertina (RC), per prostituzione minorile ed altri capi d’imputazione e rispetto alla cui posizione giudiziaria non abbiamo mai espresso alcun pensiero per non interferire indebitamente in un compito che spetta solo alla magistratura e a nessun altro. Ma ciò che ancora oggi ci lascia esterrefatti è il silenzio ininterrotto della Chiesa diocesana, che si è espressa soltanto nell’occasione dell’arresto del sacerdote manifestando ad egli solidarietà, salvo poi correggere il tiro estromettendo la solidarietà allo stesso ma continuando ad omettere anche un minimo pensiero ad altri attori e men che meno ad un popolo che pure esiste e merita di essere rispettato”: è quanto scrivono in una nota il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori, e l’avv. Antonino Napoli, vicepresidente e responsabile dell’ufficio legale.
“Bisogna ravvisare, per onestà intellettuale – evidenziano Marziale e Napoli – anche il silenzio di Papa Francesco, da noi sollecitato addirittura con la proposta di revisione del Concordato tra Stato e Chiesa al fine di riconoscere i vescovi alla stregua di pubblici ufficiali e rendere loro obbligatoria la denuncia alle autorità inquirenti di eventuali fatti di pedofilia dentro la Chiesa. Non diciamo che ci saremmo aspettati una telefonata da Papa Bergoglio, ma certamente essendosi egli pronunciato sempre a favore del contrasto serio al crimine contro l’umanità debole e indifesa, qual è la pedofilia, abbiamo riposto fiducia in un assenso, che non arriva perché tra il dire e il fare…”
Marziale e Napoli concludono: “Ciò che sfugge ai nostri interlocutori è che “l’era del silenzio” quale mitigatrice delle piaghe è alle spalle, la gente è più consapevole e non si accontenta degli slogan, ivi compresi noi che andremo avanti fintanto che la Chiesa non assume una posizione netta, chiara e priva di ombre. Al di là delle vicende giudiziarie c’è una questione morale che tarda a sanarsi e che il silenzio peggiora, non accorgersene significa disconoscere il territorio”.