Chi è Pelé: 3 azioni memorabili d’O Rei che non puoi non conoscere
È stato dichiarato Tesoro Nazionale e Patrimonio storico-sportivo dell’umanità. Edson Arantes do Nascimento, meglio conosciuto con il soprannome di Pelé, è una leggenda vivente del calcio mondiale. Ecco tre azioni memorabili della Perla Nera brasiliana: i gol di Pelé che hanno fatto la storia!
Chi è Pelé, l’ascesa di una leggenda dai mille gol
Nato il 23 ottobre 1940 e cresciuto in povertà nelle favelas brasiliane, ha inseguito il suo sogno, forte di una talento innato. Il suo gioco, così diverso dagli altri ragazzini della sua età, lo rese un vero fuoriclasse. O Rei – come lo chiamano dalle sue parti – ha indossato per quasi tutta la carriera una sola maglia, quella del Santos, dal 1957 al 1974. Solo poco prima di dire addio al calcio giocato, fu ingaggiato dal New York Cosmos, dove rimase fino al 1977. A soli 17 anni, venne convocato dalla Nazionale del Brasile per partecipare ai Campionati Mondiali di Calcio.
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Pelé è un uomo dei record: è l’unico calciatore al mondo ad aver vinto tre Coppe del Mondo indossando la maglia del suo Paese: nel 1958, nel 1962 e nel 1970. In tutta la sua carriera, Pelé ha realizzato 1281 gol in 1363 partite (ufficiali e non), come certificato dalla Fifa.
Da segnalare, tra i gol non tradizionali, la straordinaria rovesciata eseguita in Fuga per la vittoria, film del 1981 a cui partecipò insieme ad altri celebri ex calciatori degli anni ’60-’70. Dopo il suo ritiro dal campo, non ha intrapreso la strada dell’allenatore, come generalmente avviene per gli ex calciatori, ma continua a occuparsi di calcio, a modo suo.
Pelé, lo storico gol contro la Svezia nel 1958
Svezia, 29 giugno 1958. La finale del campionato del mondo di calcio si gioca a Stoccolma e ad affrontarsi sono la Svezia, padrona di casa, ed il Brasile. Al 55’ minuto del secondo tempo, con il Brasile in vantaggio per 2 a 1, il giovanissimo Pelé (avrebbe compiuto 18 anni il 23 ottobre di quell’anno) segna quello che viene considerato ancora oggi uno fra i più bei goal nella storia del calcio. Colui che viene conosciuto nel mondo intero anche come “O Rei” riceve un cross nell’area di rigore svedese, pur marcato stretto da un avversario stoppa con il petto la palla, scavalca con un pallonetto (oggi lo chiameremo “sombrero”) il giocatore svedese Gustavsson e riprende al volo il pallone calciandolo di destro e battendo il portiere Svensson. La partita finisce 5 a 2 per il Brasile che cosi diventa per la prima volta campione del mondo.
Pelé, il famoso dribbling all’Uruguay nel 1970
Messico, 17 giugno 1970. La semifinale della Coppa del Mondo fra Brasile ed Uruguay si gioca a Guadalajara (l’altra semifinale si gioca allo stadio Atzeca, noi italiani la conosciamo semplicemente come Italia – Germania 4 a 3, ma questa è un’altra storia). Il Brasile sta vincendo per 3 a 1 sugli uruguagi ed al 90’ del secondo tempo, nell’ultima azione della partita, Pelé riesce a non segnare ma vale quanto un goal. Il brasiliano Tostao effettua un passaggio rasoterra verso l’area di rigore uruguaiana. Pelé si avventa sulla palla mentre il portiere avversario Mazurkiewicz (soprannominato il “gatto nero” e che sarà nominato miglior portiere dei mondiali) uscito dai pali gli va incontro. “O Rei” finge di toccare il pallone e lo lascia scorrere alla sinistra del portiere, mentre lui prosegue per il lato opposto, scavalcando così il frastornato Mazurkiewiicz, ed andando poi a riprendere la sfera per calciarla in porta. Purtroppo il pallone finisce fuori dopo aver sfiorato il palo.
Pelè, l’ultimo gol ai Mondiali
Messico, 21 giugno 1970. Allo stadio Atzeca si gioca la finale della coppa del mondo di calcio e a confrontarsi si trovano l’Italia e il Brasile di Pelé. E’ il 18’ minuto del primo tempo e il punteggio è ancora fermo sullo 0 a 0 quando il brasiliano Tostao batte un fallo laterale verso il compagno di squadra Rivelino il quale prontamente effettua un cross non teso, quasi un lento pallonetto, verso l’area di rigore italiana. Ed e qui che Pelè, appostato, effettua uno stacco da terra notevole, sopravanzando in elevazione il pur forte difensore italiano Burgnich, rimanendo sospeso in aria il tempo necessario affinché il pallone scenda verso di lui, possa prendere la mira e con un gran colpo di testa battere il portiere italiano Albertosi alla sua sinistra.