Prato, le aziende cinesi assumo lavoratori italiani

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FIRENZE – Sono 355 i lavoratori italiani assunti da imprenditori cinesi in provincia di Prato tra ottobre 2010 e giugno 2015. E’ quanto rivela uno studio dell’istituto di ricerca ‘Iris’ (Strumenti e Risorse per lo Sviluppo Locale). Un dato significativo, che per certi versi segna un’accresciuta integrazione tra la popolazione italiana di Prato e quella cinese, una delle comunità più chiuse in Italia.

Spiega il fenomeno il ricercatore di Iris Andrea Valzania: “Il 19% degli avviamenti su un totale di circa 1.800, tra il gennaio 2010 e il giugno 2015, riguarda cittadini italiani, non solo nel tessile ma anche nell’alberghiero e nel settore immobiliare. Quindi non è vero che non ci sono lavoratori italiani nelle imprese cinesi”. Secondo Valzania, questo fenomeno si spiega col fatto che “gli imprenditori cinesi hanno bisogno di manodopera specializzata che evidentemente non trovano tra i loro concittadini”.

La ricerca è stata condotta prendendo in esame le cento imprese cinese con maggior capitale sociale, il cui 55% si occupano di tessile e abbigliamento, il 22% lavorano nel settore immobiliare e una restante parte lavorano nella ristorazione, nell’alberghiero e nell’ingrosso.

“La nostra ricerca – spiega Valzania – evidenzia che l’universo cinese non è un monolite indistinto, ma ci sono parti che si stanno attrezzando in maniera diversa, ricorrendo alla manodopera italiana e aprendosi all’integrazione, ci auguriamo che queste aziende possano fare da traino affinché anche tante altre seguano l’esempio”. Secondo Irisi, le aziende in cui sono stati assunti lavoratori italiani, non si trovano nell’area del Macrolotto 0, quella cioè dove persistono le condizioni di lavoro più dramamtiche, con fabbriche dormitorio e bambini al lavoro. (Redattore Sociale)