Prete arrestato per abusi su minore. Diocesi: “pregate per lui”, ma poi corregge la nota
Un prete viene arrestato con accuse pesanti: prostituzione minorile, sostituzione di persona, detenzione di materiale pedopornografico ed adescamento di minorenni. Sarebbe stato sorpreso dalla Polizia in compagnia di un minore subito dopo aver consumato un rapporto sessuale orale a pagamento. Inoltre, a seguito di una perquisizione, gli investigatori avrebbero rinvenuto e sequestrato materiale pedopornografico. Fin qui i fatti.
Nelle ore successive all’arresto, l’Ansa pubblica una nota della Diocesi di Oppido-Palmi, cui appartiene il sacerdote indagato, che sarebbe stata inviata anche ad altri indirizzi di posta elettronica, nella quale si chiede di pregare per il prete arrestato. Dall’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali sarebbe partita la seguente comunicazione: “Appreso da un comunicato stampa da parte della Questura di Reggio Calabria, dell’arresto di un sacerdote della Piana di Gioia Tauro per contestazione di vari capi di accusa, in attesa che la giustizia faccia il proprio corso, si invitano i fedeli tutti a restare uniti nella preghiera per esprimere la vicinanza al sacerdote nel clima di quest’Anno della Misericordia”.
La nota originaria
Lo stesso presidente dell’Osservatorio dei Diritti sui Minori, Antonio Marziale, è intervenuto subito dopo aver preso visione della assurda richiesta, affermando che sarebbe stato più giusto destinare le preghiere dei fedeli alle vittime innocenti di questi atroci abusi.
Sarà stato l’intervento immediato di Marziale, sarà stato l’acceso dibattito che è scaturito sui social network, sta di fatto che la comunicazione pubblicata e disponibile sul sito web della Diocesi è cambiata. Mancano, ora, le quattro semplici ma fondamentali parole che hanno fatto tanto indignare: “esprimere la vicinanza al sacerdote”.
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La nota pubblicata sul sito web
Francamente, anche private di questa frase, quelle tre righe scarse scritte dalla Diocesi su un fatto di una gravità così inaudita, lasciano l’amaro in bocca. Abituato com’è alle lunghe omelie di sacerdoti e vescovi, un credente si aspetterebbe una ‘predica’ ben diversa. Ma forse, è utopia. Magari, sarebbe stato meglio il silenzio. Quello, avremmo almeno potuto interpretarlo.
Francesca Caiazzo