Primarie a Milano, è caccia al voto degli stranieri
MILANO – Venerdì dedicato alle comunità straniere per i candidati alle primarie di Milano. Beppe Sala domani mattina incontrerà le associazioni musulmane, mentre nel pomeriggio Francesca Balzani parla ai “milanesi di origine straniera”. La caccia al voto, a poco più di una settimana dalle primarie, passa anche per gli immigrati residenti a Milano: sono circa 250 mila. Alle primarie delle precedenti amministrative pochissimi sono andati ai seggi, ma è meglio non trascurare nulla, soprattutto le comunità più numerose, come quella cinese o filippina su cui sta puntando Antonio Iannetta. Pierfrancesco Majorino sembra il candidato più forte, visto che può contare sul lavoro di cinque anni da assessore alle Politiche sociali: “Sono nate relazioni importanti con le comunità straniere -sottolinea-. E più che la quantità della loro partecipazione al voto mi interessa la qualità del contributo che possono dare in termini di idee e progetti”.
È nato anche il comitato “Latinos con Majorino sindico/alcalde por Milano”: “Abbiamo stampato dei volantini in spagnolo e ci affidiamo al passa parola -racconta Manuel Santana, fondatore del comitato-. I militanti più attivi sono una quindicina. Pensiamo che Majorino possa essere il sindaco giusto che sa parlare anche agli immigrati e favorire la loro inclusione”. Beppe Sala ha invece l’appoggio di due comitati nati per iniziativa di immigrati: “Noi Nuovi Cittadini per Beppe Sala” e “Milano Multiculturale per Sala”. Per il manager di Expo hanno organizzato un incontro al circolo Pd di Porta Romana (via Orti 17) per domenica 31 gennaio alle ore 15.30.
Uno dei temi più scottanti è quello della moschea. Non riguarda solo gli immigrati, ma comunque la maggior parte dei musulmani è di origine straniera. La Giunta Pisapia, e in particolare l’assessore Majorino, sono riusciti ad arrivare all’assegnazione alle comunità musulmane di due aree comunali su cui potranno costruire nuovi luoghi di culto. Ora tutto è bloccato per il ricorso presentato da una delle associazioni escluse. “Non siamo interessati a discorsi generici -avverte Davide Piccardo, portavoce del Coordinamento delle comunità musulmane di Milano e Monza (Caim)-. In questi cinque anni abbiamo fatto un percorso che purtroppo non è ancora concluso. Non è pensabile che con la nuova giunta si ricominci da capo. Chiediamo all’attuale amministrazione di arrivare alla assegnazione definitiva delle aree. A Majorino e alla Balzani, che sono assessori in carica, chiediamo atti concreti ora. Di Sala vorremmo sapere che idee ha in merito”. “Purtroppo di promesse ne abbiamo sentite tante in questi anni -aggiunge Asfa Mahmoud, direttore della Casa della Cultura Islamica di via Padova-. Siamo stati contattati da Sala e da Majorino. La nostra porta è aperta sempre a tutti coloro che vogliono dialogare con noi. Ma è chiaro che chi riuscirà a risolvere il problema della moschea avrà il nostro voto”.
Sul diritto di voto per gli stranieri punta Francesca Balzani (l’incontro si terrà nella sede del comitato Balzanixmilano, in piazza Oberdan 10, dalle ore 16.15 alle 17.30). “Il tema non è tanto l’immigrazione, quanto la ‘cittadinanza’, termine che racchiude in sé un concetto inclusivo -afferma-. Il diritto di voto alle amministrative dei cittadini stranieri, ad esempio, è una delle battaglie di cui Milano dovrebbe prendere la leadership, perché il parlamento si decida a varare finalmente una legge per cui tutte le comunità esprimano il diritto di voto e possano diventare, così, protagoniste attive della vita cittadina”.
Antonio Iannetta conta anche sul fatto che come direttore di Milano dell’Unione italiana sport per tutti (Uisp) ha conosciuto molti immigrati che hanno partecipato ai tornei. “La nostra esperienza sul territorio arriva da più di 15 anni di presenza nelle periferie dell’area metropolitana milanese -sottolinea-. Abbiamo sempre usato lo sport come mezzo di inclusione sociale, ora grazie al nostro know how siamo in grado di dialogare con tutte le rappresentanze presenti a Milano. Propongo di detassare per i primi tre anni i giovani che vorranno fare impresa in periferia e dimezzare la tassa sull’occupazione del suolo pubblico per gli esercenti delle periferie”. (Redattore Sociale)