Quando la salute è un lusso
ROMA – Un paio di occhiali, una dentiera, un apparecchio acustico: ausili che aiutano a vivere meglio, soprattutto quando si invecchia, ma che per molti italiani stanno diventando quasi un lusso. Nel nostro paese cresce sempre di più la povertà sanitaria: lo dice l’ultima indagine Censis, sono diventati 11 milioni nel 2016 (2 milioni in più) gli italiani che hanno dovuto rinviare o rinunciare a prestazioni sanitarie nell’ultimo anno a causa di difficoltà economiche, non riuscendo a pagare di tasca propria le prestazioni. Una salute negata che riguarda, in particolare, 2,4 milioni di anziani e 2,2 milioni di giovani. Lo conferma anche l’esperienza dell’Inmp, Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti ed il contrasto delle malattie della povertà, che da anni assiste le persone più vulnerabili. Tra queste, dall’inizio della crisi, sono aumentati in maniera consistente gli italiani che oggi rappresentano il 40 per cento degli assistiti.
“Siamo un ente del servizio sanitario nazionale, le persone in difficoltà vengono da noi in quanto bisognose di cure e farmaci, ma anche di ascolto solidale” spiega Concetta Mirisola, direttore generale Inmp, spiegando che per l’Istituto fondamentale è la “presa in carico della persona, con tutti i suoi bisogni”. “I medici che lavorano qui non rispettano solo il Giuramento di Ippocrate, ma provano ad aggiungere una dose in più di empatia nell’ascolto, nell’esercizio della loro professionalità, perché chi si rivolge a noi vive spesso situazioni di dolorosa emarginazione, ha un vissuto di grande sofferenza, che sia immigrato o italiano – spiega -. Tra le persone che si rivolgono all’Istituto, negli ultimi anni sono aumentate le richieste di supporto psicologico, naturale conseguenza della crisi economica e della perdita di lavoro. La situazione peggiore è per quelle persone che, trovandosi nella fascia immediatamente superiore a quella dell’esenzione, non possono permettersi il costo del ticket né, tantomeno, pagarsi una visita specialistica; in tanti non riescono neanche a comprarsi i farmaci, per questo abbiamo creato anche un apposito fondo di solidarietà”.
Per far fronte alle richieste di aiuto sanitario, l’Istituto ha intensificato i progetti di Medicina solidale, che prevedono l’erogazione gratuita di alcuni ausili sanitari. Solo negli ultimi tre anni sono state eseguite 9.281 visite oculistiche e distribuiti 2.241 occhiali; 8575 sono state, invece, le visite odontoiatriche e 1.690 protesi dentali; 9305, infine le visite audiologiche e 109 le protesi acustiche donate. “Si tratta di progetti che rinnoviamo di anno in anno – sottolinea Gianfranco Costanzo, responsabile dei rapporti interraziali e del ciclo dei progetti dell’Istituto -. In questo momento in Italia sta aumentando sia la povertà assoluta che quella relativa, quindi sono sempre di più le persone, che non riuscendo a curarsi, vengono da noi sapendo di trovare qui modalità di accesso semplificate”. Nell’istituto non ci sono liste d’aspetto e le ricette sono gratuite così come le visite specialiste. “Stiamo notando un aumento di italiani tra gli assistiti – aggiunge – nel 2008 la stragrande maggioranza delle persone che venivano da noi erano straniere, ora abbiamo un 40 per cento di italiani. La crisi sta mordendo parecchio. E così, chi fino a qualche anno fa riusciva a sostenere una cura, oggi risparmia sulla sua salute”. Tra le richieste più insistenti quelle per cure costose come l’odonotiatria o l’audiologia. “Oltre le dentiere, molto richieste sono le protesi acustiche o le lenti graduate – spiega ancora Costanzo -. Si tratta infatti di ausili molto cari, soprattutto per gli anziani che percepiscono una pensione minima”.
Ma a curarsi nell’Istituto, che si trova nel cuore del quartiere Trastevere a Roma, vanno anche molti giovani in difficoltà economiche. “Per una persona che cerca lavoro avere una bocca in ordine è essenziale – spiega il responsabile dei progetti – , quindi se non può permettersi il dentista interveniamo noi. Nel caso delle protesti prendiamo in considerazione il guadagno sanitario derivanti da quell’intervento: cioè per una persona giovane c’è un recupero in termini di miglioramento di vita più alto rispetto a una persona anziana, si pensi, per esempio, al caso degli apparecchi acustici”. Tutte le protesi sono di primissimo livello. “Non si pensi che i nostri assistiti sono si serie b – conclude Costanzo – noi vogliamo sfatare il mito che i poveri si curino con strumenti poveri. I nostri reparti sono molto avanzati, anche per questo da noi arrivano anche persone che pagano il ticket. Sanno di poter contare su ottimi professionisti”. La distribuzione delle protesi continuerà fino ad ottobre. (Agenzia Redattore Sociale)