VIDEO – Quarta Repubblica, ecco l’intervista esclusiva a Emanuele Caruso
«Io mi occupo innanzitutto di cooperazione internazionale da oltre dieci anni. Oggi mi disturba tantissimo dover dare delle spiegazioni e dovermi vergognare di qualcosa di totalmente inesistente». Sono le parole di Emanuele Caruso, il pugliese che, con altri mediatori, lavorava con D’Alema all’affare colombiano, in un’intervista esclusiva rilasciata a “Quarta Repubblica” e andata in onda questa in prima serata, su Retequattro.
Di seguito il testo dell’intervista:
Domanda: «Come si arriva all’ex presidente del Consiglio Massimo D’Alema, lo contatta direttamente lei?».
Risposta: «No, assolutamente io non conoscevo il presidente D’Alema all’epoca, io l’ho conosciuto successivamente. Mi viene introdotto tramite praticamente un politico locale».
Domanda: «Questo Giancarlo Mazzotta?».
Risposta: «Sì, avevano rapporto di conoscenza abbastanza profondo posso dire».
Domanda: «Perché si cerca d’Alema?».
Risposta: «Perché le società a partecipazione pubblica italiane hanno una compliance difficilissima da superare, quindi serviva una persona che avesse praticamente un background tale da poter interloquire direttamente con queste società».
Domanda: «Con i vertici?».
Risposta: «Assolutamente, da ex presidente del Consiglio, ministro degli Affari Esteri, persona vicina ai vertici delle società pubbliche, insomma sicuramente era la persona più indicata».
Domanda: «Quando voi andate da D’Alema si mostra sicuro perché dimostra di conoscere i vertici delle partecipate?».
Risposta: «Sì, assolutamente, senza ombra di dubbio, anzi ci dice che è un’ottima opportunità per le società partecipate che il dottor Profumo e il dottor Giordo sarebbero stati ben lieti di cogliere l’opportunità».
Domanda: «E che lui li avrebbe chiamati personalmente».
Risposta: «Certamente»
Domanda: «Voi interloquivate direttamente con le aziende Fincantieri e Leonardo?»
Risposta: «No, assolutamente. A interloquire con le aziende era il presidente D’Alema e i suoi uomini. Il presidente ha un suo team di persone, dall’altra parte ci siamo io e Francesco Amato che fungiamo da segreteria, noi fissiamo gli appuntamenti istituzionali per conto di un avvocato americano e delle società a partecipazione pubblica italiana».
Domanda: «L’avvocato, lei intende Umberto Bonavita, il rappresentante dello studio Robert Allen di Miami che doveva essere di fatto il soggetto attraverso cui passavano i contatti?».
Risposta: «Sì, esattamente. Sì, avrebbe dovuto ricevere un incarico dalle società pubbliche a partecipazione pubblica italiana».
Domanda: «Questo studio di Robert Allen viene proposto da voi come riferimento per i contratti?».
Risposta: «No, assolutamente. Viene individuato, proposto dal presidente D’Alema con il placet di tutto il gruppo».
Domanda: «La sensazione è che fosse un riferimento di D’Alema».
Risposta: «Ma sì, assolutamente. Credo che il presidente D’Alema avesse piena fiducia dell’avvocato, senza dubbio».
Domanda: «Le partecipate erano al corrente di questa mediazione del presidente D’Alema?»
Risposta: «Ma senza dubbio».
Domanda: «Però non era formalizzata?».
Risposta: «No, non lo era».
Domanda: «E’ questo è stato il problema?»
Risposta: «In Colombia assolutamente sì. L’incarico l’avvocato Bonavita non l’ha mai ricevuto».
Domanda: «Alla fine questo affare quanto poteva valere per voi?».
Risposta: «Sì fa fede sull’offerta da 4 miliardi in realtà».
Domanda: «Quattro miliardi era comunque un valore messo nero su bianco».
Risposta «Sì, delle offerte preliminari».
Domanda: «Da una parte Fincantieri e dall’altra Leonardo».
Risposta: «Esattamente. Quando praticamente uno parla con il presidente D’Alema, con il dottor Giordo, c’è una delegazione, bè sì uno ci crede, ci siamo spesi in Colombia addirittura sono stati individuati i luoghi in cui andavano ubicate le officine, addirittura si facevano le audizioni per chi ci doveva lavorare. Umberto Bonavita ha sempre partecipato, a differenza di me, ha sempre partecipato agli appuntamenti, guidando la delegazione di Leonardo. Ha supervisionato la firma del memorandum of understanding al cospetto delle più alte cariche delle società pubbliche. Come fa l’avvocato senza un incarico ad accompagnare manager di società a partecipazione pubblica all’interno di strutture istituzionali, questo è acclarato che sia avvenuto».
Domanda: «Gli uomini di D’Alema accompagnano le delegazioni delle partecipate a questi incontri».
Risposta: «Certamente, ma questo glielo posso dire senza ombra di smentita perché c’è la necessità del pass di sicurezza per entrare. Quindi è tutto documentato».