Ralf Rangnick? Ormai è un lontano ricordo sbiadito

pixabay.com

Il calcio vincente e convincente di Pioli ha allontanato definitivamente l’allenatore tedesco

Com’è strano il mestiere dell’allenatore di calcio: se la tua squadra vince sei il numero uno della panchina, e il rinnovo di contratto è dietro l’angolo, mentre se la tua squadra perde sei destinato a fare le valigie, anche dopo sole tre partite di A e una di Supercoppa (vedi 73 giorni di Gasperini all’Inter). Se questa è la regola generale, esistono anche delle eccezioni, ossia società che hanno più pazienza di altre nell’aspettare che il tecnico prescelto abbia il tempo di dimostrare la sua bravura.

E questo è stato il caso del Milan con Pioli. Il mister ex Fiorentina, arrivato a Milanello al posto di Giampaolo l’ottobre dello scorso anno, è riuscito, nonostante un inizio poco promettente in bilico tra esonero e non esonero, a far desistere il Diavolo dal sostituirlo con il visionario Ralf Rangnick e successivamente a riconfermarlo grazie a un filotto di vittorie impressionante che profumava di scudetto. Il c.t nativo di Parma dal 22 giugno fino alla fine del campionato ha collezionato ben 9 vittorie, 3 pareggi e 0 sconfitte e ha inoltre rigenerato Ibra che è divenuto il simbolo di quel Milan e di quello del prossimo anno. Non male per un tecnico che a più riprese avrebbe dovuto lasciare il posto all’allenatore tedesco abile, così dicono, a lavorare con i giovani.

La rivincita di Pioli, e che rivincita!

La stagione 2019-2020 del Milan, ne siamo certi, non verrà facilmente dimenticata dai tantissimi tifosi che seguono da sempre la loro amata squadra: dal ruolino di marcia di inizio stagione a dir poco imbarazzante quasi da retrocessione, al ritorno di Ibra, passando infine per le sontuose vittorie contro Lazio e Juventus e il bel pareggio con il Napoli, è successo davvero di tutto. Non vorremmo essere blasfemi nell’affermarlo ma il Milan è calcisticamente risorto!

Dallo sfogliare le pagine del catastrofico romanzo rossonero della prima parte di campionato, ci siamo trovati, senza nemmeno accorgercene, a divenire comparse all’interno della fiaba che ha avuto come protagonista il serafico Pioli. L’ex c.t. di Inter e Fiorentina, dopo le tante peripezie vissute dal momento del suo insediamento in poi, grazie agli ottimi risultati conseguiti ha potuto godersi il meritato happy-ending, ovvero la permanenza al Milan. Quando sembrava sul punto di essere detronizzato da Rangnick, eccolo riuscire a trovare la quadratura del cerchio in fatto di bel gioco.

Avete capito bene: il Milan ha chiuso la stagione vincendo e convincendo, proponendo un calcio veloce, imprevedibile e anche bello a vedersi. Semplice magia o assurdo miraggio? Nessuno dei due, solo costanza nell’insegnare agli indisciplinati scolari della rosa un’idea di calcio che finalmente hanno appreso. Meglio tardi che mai, si direbbe,riprendendo un antico detto popolare. Certo è che l’annata del club di Scaroni non è stata il massimo per i deboli di cuore visti i continui alti e bassi. La cosa che più ci ha colpito in assoluto è che da giugno fino ad agosto il Milan ha conquistato più punti di qualsiasi altra squadra: nemmeno la Juventus vincitrice dell’ennesimo scudetto ha fatto meglio.

Se il trend del 2020-2021 sarà lo stesso, siamo certi che Ibra e compagni reciteranno un ruolo di primo piano per quanto concerne il calcio scommesse di serie A e forse per la conquista del tricolore. Vedremo, certo è che le premesse sono buone, anzi ottime al di là dei prossimi colpi di mercato che interesseranno il Milan.

Ibra decisivo per la riconferma

Sbarcato per la seconda volta sul pianeta rossonero a gennaio di quest’anno, Ibra scese dalla sua navicella spaziale con le stimmate del salvatore della patria: il suo apporto avrebbe dovuto fin da subito essere decisivo per cambiare la stagione milanista. E così è stato per davvero. Lo svedese, a quasi 39 anni di età, ha segnato 10 gol in campionato (giocatore più anziano della storia della Serie A ad arrivare in doppia cifra), dispensato assist per i compagni e permesso a Pioli di rimanere a Milano per un’altra stagione almeno, salvo cambiamenti in corsa da parte della società. Com’è strano il mestiere dell’allenatore di calcio!