Reggio Calabria, Commissione antimafia in visita al negozio di Tiberio Bentivoglio
REGGIO CALABRIA – “Tiberio Bentivoglio non è mai stato abbandonato; egli stesso può riconoscere che nella solitudine non c’è mai stato lui e non c’è nessuno. Chi denuncia non viene lasciato solo. Tiberio, l’abbiamo accompagnato anche perché questa volta ha dovuto lottare contro una burocrazia inutile ma non si può dire che i risultati non si siano ottenuti. Siamo qui non a caso ancora una volta. Le istituzioni ci sono, lo Stato c’è. Fin quando saremo costretti a celebrare gli eroi non avremo vinto la nostra battaglia. La ‘ndrangheta la vinceremo nel giorno in cui ogni cittadino farà il suo dovere”. Sono le parole di Rosy Bindi, presidente della commissione parlamentare Antimafia che ieri pomeriggio, a Reggio Calabria, ha visitato la nuova sanitaria Sant’Elia di Tiberio Bentivoglio, testimone di giustizia da 24 anni vessato dalla ‘ndrangheta. Il negozio, realizzato in un immobile confiscato alle ‘ndrine locali, ha aperto i battenti il 15 marzo scorso dopo un terribile incendio doloso che, solo pochi giorni prima, aveva distrutto il deposito di proprietà di Bentivoglio.
Un’ennesima intimidazione da cui l’imprenditore e la sua famiglia sono usciti letteralmente distrutti sul piano psicologico; un altro grande colpo ben assestato dalle cosche a cui ha energicamente reagito la città: una Reggio battagliera, una comunità che si è stretta intorno al commerciante insieme all’associazione Libera di don Luigi Ciotti e a tanti altri sodalizi locali e nazionali. La voglia di onestà e di legalità si è trasformata in solidarietà concreta e la sanitaria Sant’Elia ha riaperto, nonostante l’attacco frontale delle cosche. “A Reggio forse non tutti denunciano – ha commentato Bindi durante il suo incontro con Bentivoglio- se un imprenditore invece di affidarsi alla ‘ndrangheta si affidasse allo Stato, potremmo dire davvero di essere sulla strada giusta”. La commissione si è recata nella città dello Stretto per fare delle audizioni in merito all’escalation criminale che sta interessando Reggio negli ultimi mesi.
“Con il ritorno a questi atti di violenza la ‘ndrangheta vuole dimostrare che esiste ancora – ha sostenuto Bindi – Ma l’azione repressiva è forte: stiamo avendo risultati importanti che, tuttavia, non ci fanno registrare ancora la sconfitta della ‘ndrangheta. C’è ancora molto da fare”. Claudio Fava, vicepresidente dell’organismo parlamentare, ha parlato di un ‘caso Calabria’ ovvero degli intrecci tra politica e malaffare che alimentano un sistema ormai consolidato di corruzione, di cui la commissione intende occuparsi nei prossimi due anni di legislatura. “Le storie che abbiamo raccolto con le audizioni – ha evidenziato Fava – le conferme che abbiamo avuto e che riguardano la provincia di Reggio Calabria ci dicono che ovunque c’è capacità di infiltrazione, di controllo, di condizionamento delle amministrazioni. Dobbiamo interrogarci sulla effettiva capacità di autonomia che la politica ha in Calabria rispetto al potere criminale”. Oggi la commissione è al lavoro a Locri. (Agenzia Redattore Sociale)