Report, stasera 8 novembre nuova inchiesta sul Covid
Report torna, lunedì 8 novembre alle 21.10 su Rai3, sull’inchiesta che ha fatto il giro del mondo: la soppressione del dossier sulla gestione della pandemia in Italia, frutto del lavoro dei ricercatori Oms della sede di Venezia. Il rapporto denunciava l’esistenza in Italia di un piano pandemico vecchio, datato 2006, e mai aggiornato, ma denunciava anche le bugie della Cina sui primi contagi e gli errori della stessa Organizzazione mondiale della sanità.
Attraverso materiali inediti Report può rivelare tutta la catena di eventi che ha portato a silenziare il lavoro di Francesco Zambon, responsabile del dossier ritirato. Inoltre sarà trasmesso un video esclusivo in cui un funzionario di primo livello dell’organizzazione di Ginevra ammette che in caso di problemi a loro è vietato parlare con i giornalisti. Infine, mentre i pm di Bergamo indagano anche sulla mancata applicazione del piano pandemico, gli inviati di Report sono andati a curiosare dietro le quinte della Commissione d’inchiesta parlamentare che dovrebbe indagare sul Covid-19. E hanno scoperto insospettabili accordi tra destra e sinistra per limitare l’ambito di indagine. L’inchiesta è firmata da Giulio Valesini e Cataldo Ciccolella.
Dove finiscono, invece, i soldi delle mafie? Nell’inchiesta di Giorgio Mottola dal titolo ‘Il Grande Schema’, Report ha provato a cercare una risposta tramite la storia di un imprenditore calabrese che potrebbe aver riciclato circa 500 miliardi di euro per conto di ‘ndrangheta, Cosa nostra e clan dei Casalesi. Potrebbe essere lo schema di riciclaggio più imponente della storia italiana. Sul suo computer le forze dell’ordine hanno trovato decine di passaporti falsi e documenti che attestavano la gestione diretta di investimenti finanziari per quasi 40 miliardi di euro.
Con Giulia Presutti, infine, e il servizio ‘Doppio Fallo’ una riflessione sul mondo degli atleti italiani, molti dei quali hanno scelto di non vivere più in patria. Il Principato di Monaco e la Svizzera sono le mete preferite per chi sposta la residenza fiscale. Si tratta in genere di tennisti e di piloti di Formula 1 e Moto GP. Girano il mondo tutto l’anno per competizioni e tornei, perciò la normativa internazionale impone loro di pagare le tasse in tutti i paesi nei quali competono e producono reddito. In Italia è chi eroga il compenso, l’organizzatore del torneo o la casa automobilistica, a trattenere le imposte dovute al fisco. Ma è sempre così? (Ufficio Stampa Rai)