Richiedenti asilo, nel 2015 il Giappone ha respinto il 99% delle domande
Nel 2015 il Giappone ha ricevuto 7.586 richieste di asilo. Una cifra che supera di oltre il 50% quelle dell’anno precedente. “Ma il numero di chi ha ottenuto lo status di rifugiato è bassissimo”, lamentano dall’Associazione giapponese per i rifugiati (Jar). Erano 11 nel 2014 (su 5 mila domande) e 27 nel 2015. Tanto per fare un confronto, la Germania nel 2015 ha ricevuto 1,1 milioni di richieste di asilo e si stima che circa la metà di queste persone potrà restare nel Paese con lo status di rifugiato. Oltre ai 27 rifugiati, il governo di Tokyo ha rilasciato 79 permessi di soggiorno temporaneo nel Paese per “motivi umanitari”. Secondo l’Ufficio immigrazione giapponese, l’aumento dipende da un sempre più alto numero di richieste dall’Indonesia: erano 17 nel 2014, sono diventate 969 nel 2015. Aumento giustificato dal fatto che, dal dicembre 2014, i turisti provenienti dall’Indonesia sono esentati dal visto. Esenzione che ha portato a un incremento dei viaggiatori in arrivo da quel Paese. Gli attivisti dell’Associazione per i rifugiati, pur riconoscendo un aumento di domande dall’Indonesia, sottolineano la “riluttanza” con cui il Giappone tratta il tema e criticano soprattutto una mancanza di chiarezza sui criteri adottati per il riconoscimento dello status e la lentezza del sistema. Sistema che è ritenuto uno dei più restrittivi tra le economie industrializzate. “Speriamo che il Giappone apra una discussione con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e con le organizzazioni non governative e prenda in considerazione misure per certificare i rifugiati in linea con gli standard internazionali”, ha detto l’Associazione giapponese per i rifugiati.
Attualmente il Giappone (che ha una popolazione di circa 128 milioni di persone) accoglie poco più di 2.400 rifugiati. Gli Stati Uniti ne contano 267 mila e la Turchia 1,8 milioni. Le richieste di asilo presentate nel 2015 provengono da 69 Paesi. I nepalesi rappresentano il gruppo più vasto con 1.768 domande, seguiti dagli indonesiani (969), turchi (926) e birmani (808). Tra i primi 10 Paesi ci sono solo Stati asiatici. Tra coloro che hanno ottenuto lo status di rifugiato nel 2015 ci sono 6 afghani, 3 siriani, 3 etiopi e 2 cingalesi.
“Prima di accettare immigrati o rifugiati ci sono molte cose che dobbiamo fare, come sviluppare attività per le donne e gli anziani e aumentare il tasso di natalità”. È la risposta del primo ministro giapponese Shinzo Abe ai giornalisti che, in occasione dell’Assemblea generale dell’Onu dello scorso settembre, gli hanno chiesto se anche il Giappone si sarebbe unito al gruppo di Stati che accolgono rifugiati siriani. Nei giorni scorsi però il Parlamento giapponese ha approvato un pacchetto di 320 milioni di euro di aiuti umanitari per i rifugiati in fuga da Siria e Iraq. Risorse vanno ad aggiungersi ai 740 milioni di euro stanziati l’anno scorso. Secondo quanto ha riferito il ministero degli Esteri giapponese, serviranno per fornire acqua, cibo, istruzione ai rifugiati e per stabilizzare le aree liberate dal terrorismo. (Redattore Sociale)