Riforma terzo settore, il Forum protesta
ROMA – Riprende dopo settimane l’iter del disegno di legge delega che riforma il terzo settore e istantaneamente rispuntano i problemi e le polemiche che sembravano superati dopo il lavoro di confronto svolto negli ultimi tempi: non vanno proprio giù infatti al Forum del Terzo settore alcuni dei primi pareri espressi dal sottosegretario al Lavoro e Politiche sociali Luigi Bobba e dal relatore Stefano Lepri (Pd) sugli emendamenti presentati al testo votato dieci mesi fa alla Camera. “Non ci siamo”, dice il portavoce del Forum Pietro Barbieri, che parla di vero e proprio “sconcerto”.
Nella seduta pomeridiana di due giorni fa la presidente della Commissione Affari Costituzionali, Anna Finocchiaro, ha chiesto al relatore e al rappresentante del governo i rispettivi pareri sugli emendamenti presentati agli articoli 1 (finalità e oggetto), 2 (Princìpi e criteri direttivi generali), 3 (Revisione del titolo II del libro primo del codice civile) e 5 (Attività di volontariato, di promozione sociale e di mutuo soccorso).
“Abbiamo constatato con grande sconcerto – fa sapere il portavoce del Forum – che su molti degli emendamenti che avevamo suggerito e che erano stati presentati, è stato pronunciato parere negativo: rimaniamo oltremodo sorpresi, avendo più e più volte, e in diverse sedi, presentato pubblicamente, anche alla presenza di esponenti di Governo e Parlamento, le nostre istanze che sono sempre frutto di un lungo lavoro partecipato con le realtà che rappresentiamo”.
“Sul tema dell’autofinanziamento e su quello della valorizzazione del volontariato – continua Barbieri – le nostre richieste appaiono completamente ignorate: avevamo invitato a porre una particolare attenzione al tema del riconoscimento delle attività di autofinanziamento che per moltissime organizzazioni rappresentano la principale fonte di sostentamento, e che garantiscono autonomia ed un rapporto fiduciario costante con i soci e i cittadini nelle comunità locali. Al contrario, ci sembra che l’intenzione sia quella di assimilare queste realtà ad imprese con finalità commerciali. Con evidenti enormi danni che ne conseguirebbero”. “Anche l’emendamento 5.3 del relatore, così come riformulato nella stessa seduta su richiesta del rappresentante del Governo, ci lascia esterrefatti: riconoscendo e favorendo ‘la specificità delle organizzazioni di soli volontari’ rimarca una piena distanza dalla nostra proposta di valorizzare e semplificare la normativa sull’associazionismo per consentire una più ampia partecipazione dei cittadini ad esperienze di volontariato”.
Più in generale il Forum del terzo settore rileva, anche su altri aspetti della Riforma, una “indubbia confusione che non aiuta a fare chiarezza nel complesso lavoro di disciplina del nostro vasto mondo”. “Solo come Forum – viene rivendicato – rappresentiamo 80 associazioni a livello nazionale, nelle quali si riconoscono oltre 100mila enti di terzo settore italiano. Ci consideriamo i principali destinatari di questa Riforma e riteniamo di esprimere proposte e istanze del tutto fondate e ragionevoli e che Governo e Parlamento hanno tutto il dovere di prendere in seria considerazione”. Dunque, “vogliamo rimarcare – dice Barbieri – la nostra assoluta distanza dalla piega che sta prendendo l’iter di discussione al Senato, e siamo pronti a farlo anche attraverso forme di mobilitazione: la nostra preoccupazione è di avere una Riforma che non promuova e valorizzi il terzo settore ma che lo mortifichi, lo imbrigli e lo sottoponga esclusivamente a sterili controlli”.
“Ci appelliamo per questo – è la conclusione – al Presidente del Consiglio, al Ministro per le Riforme, al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e a tutte le rappresentanze parlamentari perché la riflessione su temi così rilevanti non venga strozzata da questi pareri e perché si abbia una Riforma giusta e condivisa dai destinatari”. (Agenzia Redattore Sociale)