Riina, Bindi: “Curato meglio che a casa”
ROMA – Pd diviso in commissione antimafia sulla concessione dei domiciliari a Toto’ Riina, l’86enne boss di mafia detenuto al momento all’ospedale Maggiore di Parma. Da un lato la presidente Rosy Bindi, pronta a rispedirlo in cella. dall’altra il deputato Marco Di Lello che ha fatto appello affinchè “lo Stato non sia incivile”.
Durissima la relazione della presidente Bindi: “Si può affermare che le sue condizioni di salute, si’ imprevidibili data l’eta’, ma stazionarie, potrebbero in ipotesi, a giudizio dei medici, consentire il suo rientro in cella” afferma Bindi, che ieri ha compiuto un sopralluogo presso la struttura ospedaliera che ha in cura Riina e presso la casa di reclusione di Parma dove il boss di mafia era rinchiuso fino al trasferimento in ospedale.
Riina “si trova in una condizione di cura e assistenza che sono identiche se non superiori a quelle che potrebbe godere in stato di liberta‘ o a regime di arresti domiciliari”, aggiunge Bindi. Gli viene assicurato “il diritto a una vita dignitosa e a morire, quando avverra’, altrettanto dignitosamente”. E dunque un trattamento conforme alle prescrizioni di legge, “a meno che non si voglia postulare un diritto a morire fuori dal carcere“. La presidente dell’antimafia aggiunge che Riiina e’ “pienamente in grado di intendere e di volere. E’ ancora vivamente interessato alle vicende processuali, e non ha mostrato alcun segno di ravvedimento”.
Dopo la relazione della presidente Rosy Bindi, che ieri insieme a una delegazione ha compiuto un sopralluogo presso l’ospedale e presso il carcere di Parma dove Riina potrebbe rientrare, Marco Di Lello, deputato socialista del Pd osserva “che se Riina va a casa, e’ lo stato che e’ piu’ forte della mafia. Io la penso al contrario dalla presidente Bindi, non si tratta di una sconfitta. Io non ho bisogno di arrivare a livelli sotto la civilta’ per dimostrare la forza dello stato”.
Bindi, replica sul punto: “Ma qui non siamo sotto la civilta’, visto che al detenuto Riina viene assicurata la dignita’ di vita. Lo stato vince quando fa questo, quando cioe’ applica la legge, non quando manda a casa un detenuto pericoloso”.
Interviene il senatore del Pd Franco Mirabelli. La pensa come Bindi: “Riina e’ ancora il capo della mafia e puo’ ancora comandare la mafia. Percio’ e’ stato messo al 41 bis e non essendo decaduta la sua pericolosita’ deve restare al 41 bis”. (DIRE)