“Riportare Gabriele a casa”
ROMA – “Chiediamo al ministro Alfano, ai parlamentari e ad ogni rappresentante del popolo italiano di mobilitarsi con noi, di fare tutto quello che è in loro potere per riportare Gabriele a casa dalla sua famiglia, dai suoi bambini. Chiediamo di pensare se al posto di Gabriele ci fosse un vostro figlio, un vostro fratello, un vostro compagno, sareste disposti a fargli subire una tale angheria?”. È quanto si legge nel messaggio della famiglia di Gabriele Del Grande, letto in occasione della conferenza stampa degli amici del documentarista fermato in Turchia, in corso al Senato.
Le sorelle, la compagna e i genitori di Gabriele inviano un messaggio per portare all’attenzione una vicenda che scrivono “ci sta molto a cuore. Era il 10 aprile- ricordano- quando Gabriele scriveva di nascosto alla sua compagna di essere stato fermato in Turchia dalla polizia e di non preoccuparsi perché stava bene. Abbiamo allertato immediatamente tutte le autorità competenti e abbiamo atteso informazioni, atteso conferme, atteso notizie, atteso un nuovo colloquio. Siamo stati tutti con il fiato sospeso fino a quel fatidico giovedì 13 aprile, le ore sono passate, il silenzio si è fatto sempre più pesante. Di Gabriele nessuna traccia“.
Nel messaggio si legge ancora: “Dopo quel giorno le autorità italiane hanno lavorato ancora in maniera assidua per cercare di ottenere un contatto con Gabriele e per cercare di capire tempi e modi del rilascio”.
Le procedure per la liberazione di Gabriele Del Grande, però, “potrebbero non essere brevi poichè un quadro che sembrava tendente ad una soluzione positiva si è improvvisamente aggravato ed è per questo che riteniamo indispensabile la mobilitazione”, aggiunge Luigi Manconi, presidente della Commissione Diritti Umani del Senato, in conferenza stampa a Palazzo Madama insieme agli amici di Gabriele del Grande.
Nell’appello presentato in Senato si legge che è “necessario che le massime istituzioni del Paese si attivino con urgenza nei confronti delle autorità turche per garantire la tutela dei diritti di un proprio cittadino nonché di un professionista di altissimo spessore e valore civile. Chiediamo- conclude- che Gabriele torni quanto prima libero e possa riacquistare i suoi diritti di cittadino e giornalista”. I primi firmatari sono: Francesca Borri, Concita De Gregorio, Giovanni De Mauro, Stefano Liberti, Valerio Mastrandrea, Andrea Segre, Daniele Vicari, insieme agli autori e produttori di ‘Io sto con la sposa’. Sottoscrive l’appello la Federazione nazionale della stampa con Giuseppe Giulietti che chiede di “evitare l’oscuramento” della vicenda.
Manconi informa che da un colloquio avuto con l’ambasciatore turco in Italia è emerso che “il fermo sia legato a profili di sicurezza nazionale” e avverte che “l’attività della Farnesina, senza una vera e propria attività di vigilanza dei cittadini, sarà meno efficace”.
Il presidente della Commissione diritti umani del Senato sintetizza quindi cinque richieste per risolvere il caso. La prima è che “l’ambasciatore italiano ad Ankara possa incontrare Del Grande perché finora non ha potuto incontrare le autorità consiliari e questa è una gravissima violazione dei diritti”. La seconda richiesta è che un medico possa visitare Gabriele, la terza che “un avvocato di fiducia turco possa incontrare il prima possibile Gabriele ed accedere agli atti giudiziari, che non sappiamo neanche se esistono, per capire le accuse sulla base delle quali è stato fermato”.
La quarta richiesta è che Gabriele possa avere “relazioni assidue con i familiari e gli avvocati”, infine il ministro degli Esteri turco “che sei giorni fa aveva promesso una nota al nostro ambasciatore sui motivi del fermo dia seguito alla promessa”. (DIRE)