Roma, blitz nel palazzo occupato da 260 famiglie di migranti africani
ROMA – A pochi giorni dal blitz al centro Baobab di via Cupa, nuovi controlli di polizia a Roma nei centri dove vivono i migranti. Questa mattina, dalle 6,30 sono state effettuate le identificazioni al palazzo ex Ispra, occupato dai profughi del Corno d’Africa (soprattutto rifugiati eritrei) a piazza Indipendenza, a pochi passi dalla stazione Termini. Sette i blindati, che hanno sbarrato da entrambi i lati l’accesso a via Curtatone, dove si trova l’ingresso del palazzo. Alla fine della maxioperazione solo 4 persone su 500 occupanti sono state portate via per ulteriori controlli, come confermano gli agenti di polizia presenti sul posto. Il resto dei migranti ha i documenti in regola: si tratta di persone che hanno lo status di rifugiato o qualche forma di protezione internazionale.
Secondo quanto affermano gli attivisti dei movimenti per il diritto all’abitare di Roma, all’interno del palazzo vivono dal 2013 circa 260 nuclei familiari (in totale 500 persone). Ci sono anche donne e bambini.
“L’occupazione è nata all’indomani della strage di Lampedusa, nell’ambito dello “tsunami tour” – afferma Cristiano Armati, uno dei rappresentanti del movimento – mentre tutti si riempivano la bocca di parole e manifestavano solidarietà per i morti del 3 ottobre, abbiamo cercato di fare qualcosa di concreto. Si tratta di migranti, non solo eritrei ma provenienti da tutto il Corno d’Africa, che si sono uniti sulla base del bisogno. Sono vittime da una parte del non rispetto della Convenzione di Ginevra da parte dell’Italia e dall’altra del regolamento Dublino. Nei giorni dell’occupazione, il Cara di Castelnuovo di Porto dove alcuni di loro sarebbero dovuti andare, era allagato e quindi si sono stabiliti qui, dove vivono da alcuni anni stabilmente con le loro famiglie”. Il blitz si è concluso intorno alle 12. Solo quattro persone sono state fatte salire su un mezzo della Polizia di Stato perché trovate sprovviste di documenti.
“Chi è senza documenti non entra”: la regola degli occupanti di piazza Indipendenza.“Sono venuti molto presto, ci hanno avvisato che dovevano fare dei controlli. Tutto si è svolto in maniera molto tranquilla – racconta Bereket, uno degli occupanti -ci hanno quindi chiesto il permesso di soggiorno e ci hanno fatto le foto. Solo quattro persone, che non avevano con sè i documenti, sono state portate via per ulteriori accertamenti. E’ stata una sorpresa anche per noi, qui chi è senza documenti non può entrare. Probabilmente li hanno smarriti”. All’interno dello stabile i profughi sono in maggioranza eritrei ma ci sono anche alcuni etiopi e persone provenienti dal Sud Sudan. Ci sono anche famiglie con bambini molto piccoli. “Sono stata svegliata mentre stavo ancora dormendo – aggiunge una giovane ragazza eritrea che vive nel palazzo da circa 2 anni, mediatrice culturale e volontaria al centro Baobab -. Ci hanno detto che dovevano fare un censimento, una parola che non avevo mai sentito prima. Ci hanno chiesto i documenti, li hanno ripresi con una telecamera e poi hanno ripreso il nostro volto. Ma eravamo tranquilli, qui dentro hanno tutti i documenti, perché per entrare bisogna essere in regola. Io ho la protezione umanitaria”.