Rozzano, cancellato il Natale
MILANO – Niente festa per Natale e via il crocifisso dalle aule. Accade a Rozzano (MI) dove il dirigente scolastico dell’Istituto Garofani, Marco Parma, ha scelto di ignorare la festività cristiana più cara ai fedeli di tutto il mondo. Una decisione, come racconta il quotidiano ‘Il Giorno’ nata dalla volontà “una linea rigorosamente improntata alla laicità in occasione dei festeggiamenti natalizi che cadono dopo la strage terroristica di Parigi”. Così, la ‘Festa musicale di Natale’ – appuntamento che negli ultimi anni si è tenuto al Teatro Fellini di Rozzano, fatto di canti e cori, natalizi e non, e frutto del lavoro dei bambini – è stata rinviata a gennaio e tramutata in ‘Festa d’Inverno’. La vicepreside Ornella Godi ha detto che si vogliono “evitare strumentalizzazioni. Il programma del saggio quest’anno è basato sulle filastrocche di Gianni Rodari e sulle canzoni di Sergio Endrigo. Sparite dallo spettacolo brani tipicamente natalizi come ‘Tu scendi dalle stelle’ e ‘Jingle Bells’. Un po’ troppo per i genitori degli studenti che vorrebbero, a questo punto, boicottare l’evento. Riguardo ai crocifissi rimossi dalle aule, Parma ha sostenuto che “non ci sono da tempo, un paio di genitori ha proposto di metterli nelle aule e il Consiglio di Istituto a giugno ha respinto la proposta”. La vicepreside, invece, spiega “che in due aule i crocifissi c’erano e nelle altre no. La decisione del Consiglio di Istituto è stata quella di uniformare e togliere i crocifissi che c’erano”.
Interpellato dall’Agenzia Dire, Don Carlo, parroco di Rozzano Vecchio, ha detto di non comprendere questa decisione “frutto di una lettura ideologica”. Don Carlo, sottolineando che di Gesù e Maria nel Corano “non se ne parla in termini aggressivi”, ha spiegato di non comprendere la scelta frutto di poca informazione. E di nutrire “anche perplessità di metodo e pedagogiche, soprattutto se in un contesto come quello di oggi si rinuncia a un confronto. Mi sembra – continua – un segno dei tempi molto negativo. Mi sarebbe piaciuto affrontare la questione, confrontare i diversi punti di vista sulla festa del Natale”. Secondo Don Carlo “ai nostri ragazzi dobbiamo insegnare loro a pensare e a riflettere e non semplificare in nome di non so che cosa. Mi parli di laicità? Ma in che termini? Come fai a capire se semplifichi?”. Tra le motivazioni della scelta della dirigenza dell’istituto comprensivo, il rischio che qualche genitore di religione musulmana potesse essere in imbarazzo nel far partecipare i propri figli a una festa con canti religiosi di stampo cristiano e cattolico: “Non fare una festa perché qualcuno potrebbe offendersi è infantile. Da adulto direi, parliamone”. Non si può sottrarsi e sottrarre “chi è giovane alla possibilità di capire. Meglio una complessità che aiuta a crescere invece di una logica che semplifica un problema complesso. I giovani non li stiamo aiutando. Almeno creiamo un contesto di dibattito per capire ragioni dell’altro”. Don Carlo si dice “triste per le occasioni perse per aiutare i piccoli a crescere. Soprattutto in un momento in cui ci si chiede di imparare a dialogare. Se cercherò di contattare il dirigente? Non so se gli interessa il confronto”.