Russia mobilitazioni per l’Ucraina 1.310 fermi, perlopiù di donne
Parla Maria Kuznetsova, portavoce di Ovd-Info, organizzazione della società civile russa impegnata nel monitoraggio degli arresti per ragioni politiche e del sostegno legale alle vittime
“La mobilitazione annunciata dal regime rompe il ‘patto silenzioso’ che si era instaurato in Russia: I cittadini si astenevano dalla politica e tacevano sulla guerra in Ucraina a condizione di non essere toccati dal governo e di non essere coinvolti direttamente nel conflitto”. Così all’agenzia Dire Maria Kuznetsova, portavoce di Ovd-Info, organizzazione della società civile russa impegnata nel monitoraggio degli arresti per ragioni politiche e del sostegno legale alle vittime.
Al centro dell’intervista le proteste di piazza contro il governo del presidente Vladimir Putin. Le manifestazioni hanno seguito l’annuncio di una mobilitazione “parziale”, di almeno 300mila riservisti, nel contesto dell’offensiva militare avviata da Mosca contro l’Ucraina a febbraio. L’attivista riferisce che la cifra relativa ai possibili prossimi arruolamenti, rilanciata da numerosi media internazionali, “è da prendere con le pinze, visto che nel provvedimento in realtà non viene specificata una quota soglia”. Secondo alcuni media russi, come l’edizione “Europa” di Novaya Gazeta, nel testo della misura ci sarebbe una clausola segreta che permette di richiamare in servizio fino a un milione di persone.
Kuznetsova fornisce le coordinate della giornata di mobilitazione di ieri, “la più significativa dalla primissima fase del conflitto”. Secondo la portavoce, “si sono svolte manifestazioni in 39 città, fra le quali la capitale Mosca e San Pietroburgo, e almeno 1.310 persone sono state fermate”. Kuznetsova aggiunge: “Poco più della metà di queste sono donne, un dato che non ha precedenti, perché durante le proteste di febbraio le manifestanti rappresentavano solo tra il 25 e il 40 per cento delle persone fermati”. Quindi, l’accusa: “La polizia è stata violenta e diverse persone di sesso maschile si sono viste recapitare il foglio di mobilitazione militare subito dopo l’arresto”. Secondo la portavoce di Ovd-Info, organizzazione ritenuta una delle fonti più affidabili sul dissenso russo da quando è iniziata il conflitto in Ucraina, lo Stato “ha dichiarato guerra ai cittadini”. Queste ultime misure volute da Putin, seguita a una controffensiva dell’esercito ucraino, continua Kuznetsova, “sono l’ultimo passaggio e a loro volta il frutto del clima politico di violenta repressione che ha segnato gli ultimi mesi”. A caratterizzarlo, secondo la portavoce, “una serie di misure liberticide che sono state approvate a marzo e poi rafforzate da nuovi provvedimenti a luglio e infine nei giorni scorsi”.
Kuznetsova continua: “La società civile russa è stata quasi distrutta, chiunque decida di scendere in strada può andare incontro a pene fino a 15 anni di reclusione. Le forze di sicurezza insultano i manifestanti, li chiamano ‘nazisti’, ‘traditori’, li minacciano di mandarli al fronte”. Secondo la portavoce di Ovd-Info, che al momento si trova in Georgia, è difficile prevedere cosa accadrà nei prossimi giorni. “Non è detto che le proteste rimangano pacifiche” la sua lettura. “I russi non erano pronti a questo. Assisteremo a una nuova ondata di emigrazione, soprattutto fra gli uomini di età compresa fra i 18 e i 65 anni; di fatto già molti stanno cercando di lasciare il Paese”. L’attivista mette in guardia rispetto ai “numeri dei sondaggi ufficiali” che potrebbero emergere nei prossimi giorni. “Siamo quasi certi che queste rilevazioni dimostreranno il sostegno popolare alla mobilitazione militare” premette Kuznetsova. “Il punto però è che queste stime sono false: in Russia non c’è più una ricerca libera e indipendente e una grande fetta della popolazione non partecipa a questi sondaggi”.
Stando a un comunicato diffuso da Odv-Info, a oggi è stato aperto un solo procedimento penale nei confronti delle persone arrestate ieri, in particolare ai danni di una giovane fermata a Ekaterinburg. In molti casi agli avvocati non sarebbe stato permesso di vedere i loro assistiti, mentre l’accesso ad alcune caserme sarebbe stato interdetto completamente. Le persone fermate in Russia dall’inizio del conflitto sono 16.500. (