San Giovanni in Fiore (CS), dopo 30 anni riapre l’Istituto Alberghiero
Sarà un convitto per 70 allievi, uno dei pochi istituti in Calabria che possono avvalersi della residenzialità.
L’aveva promesso l’attuale Sindaco di San Giovanni in Fiore e Presidente della Provincia di Cosenza, Rosaria Succurro, e così è stato. Dopo 30 anni di abbandono e obsolescenza, l‘Istituto Alberghiero di San Giovanni in Fiore torna a rivivere.
La mai compresa chiusura di una struttura che era all’avanguardia per impostazione, nonché primo esempio di ristorante didattico, torna ad assumere quel ruolo centrale e strategico di un comprensorio importante come la Sila.
L’impresa, per niente facile, ha preso corpo anche grazie al sostegno finanziario di circa duecentomila euro messi a disposizione dalla Provincia di Cosenza, e all’impegno del suo dirigente, Ing. Giovanni Amelio, per un bene che è un patrimonio della collettività e che torna ad essere nella disponibilità dei giovani cittadini che vogliono formarsi.
Sarà un convitto per 70 allievi, uno dei pochi istituti in Calabria che possono avvalersi della residenzialità.
Al taglio del nastro dopo la benedizione di rito, erano presenti: l’Assessore regionale all’Agricoltura e Forestazione, Gianluca Gallo; il Dirigente scolastico dell’Istituto, Pasquale Succurro; il Direttore Generale dell’ARSAC, Bruno Maiolo; importanti esponenti delle diverse istituzioni scolastiche, politiche, militari e religiose del territorio.
Siamo certi che l’iniziativa fortemente voluta dal Sindaco di San Giovanni in Fiore, e pienamente condivisa dalla compianta Iole Santelli e dall’attuale Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, non è fine a se stessa, ma rappresenterà una sorta di laboratorio dell’innovazione sia nel contesto specifico alberghiero sia in ambito turistico e della cultura enogastronomica, dalla quale non si può prescindere, visto il territorio nel quale è calato il Florens.
“La Sila, con le sue eccellenze e le sue produzioni a marchio europeo come patate, salumi e caciocavallo, così come la stessa San Giovanni in Fiore con la sua conosciutissima e apprezzata Pitta ‘mpigliata, oltre ai funghi, ai frutti di bosco e alle mille specialità presenti in Calabria e in Italia – il commento del presidente dell’Accademia delle Tradizioni Enogastronomiche di Calabria, Giorgio Durante – avranno finalmente una casa e un trampolino di lancio per promuovere ovunque i prodotti di questo ricco territorio e avviare gli studenti presso le cucine di tutto il mondo”.
Infine, dopo l’avvenuto rilancio di Lorica e di tutta la Sila in generale, finalmente ripartite, l’aspetto ricettivo-turistico è un altro importante cardine sul quale è stata edificata questa nuova iniziativa.
Adesso, occorre formare e preparare il personale quanto più possibile, affinché diventi professionalmente impeccabile: solo così si potranno consolidare e rilanciare i già lusinghieri risultati raggiunti.
Ed è stata la stessa Presidente e Sindaco Rosaria Succurro a declinare la traccia da percorrere, dopo aver convinto gli interlocutori ai massimi livelli istituzionali della bontà del suo progetto, finalizzato a creare lavoro qualificato anche attraverso la valorizzazione delle tradizioni e delle eccellenze enogastronomiche del territorio, coltivando anche l’ambizione nel prossimo futuro, di creare percorsi innovativi di alta formazione professionale, andando verso quelle che sono le reali esigenze del mondo del lavoro, con la certezza di essere supportata anche in questo da tutte le istituzioni d’ambito.
Disponibilità data dall’ARSAC, attuale proprietario della struttura, e dall’ing. Bruno Maiolo, direttore generale dell‘Ente, che non ha mancato di sottolineare come questa iniziativa vada verso la missione stessa dell’ARSAC, dicendosi pronto a proseguire sulla strada della collaborazione, al fine di dare un’identità e una precisa destinazione ad un bene pubblico, sino ad ora trascurato per obiettive difficoltà di gestione.
In questa direzione è andato anche l’Assessore regionale Gianluca Gallo, che si è impegnato a sviluppare l’idea progettuale per ridare allo storico “Centro Florens” quella centralità rispetto ai percorsi di alta formazione in agricoltura, turismo ed enogastronomia.