Sanità, eseguito per la prima volta in Calabria il “transfer del gran dorsale pro cuffia dei rotatori”
Si chiama “transfer del gran dorsale pro cuffia dei rotatori” ed è un intervento chirurgico che è stato realizzato per la prima volta in Calabria. È stato eseguito a “Villa Serena”, a Catanzaro, dal dottore Angelo Di Giunta, siciliano, e dalla sua equipe composta dai dottori Massimo Cassarino e Paolo Massimino, assistiti dai dottori Carlo De Pace, titolare della casa di cura, e Massimo Misiti, chirurgo ortopedico di Cinquefrondi ma cosentino d’adozione.
La cuffia dei rotatori – dice il dottore Di Giunta – è formata dall’insieme di cinque tendini che collegano l’omero con la scapola. I tendini sono strutture che si attaccano da una parte ad un osso e dall’altra ad un muscolo. L’attivazione del muscolo permette di muovere l’osso dall’altra parte. Questi tendini funzionano quindi come una leva e consentono un movimento coordinato del braccio ed il sollevamento della spalla. Il tessuto tendineo è tra i meno vascolarizzati del corpo umano il che lo rende tra i più difficili da fare guarire.
La lesione della cuffia dei rotatori – continua lo specialista – è una patologia dolorosa ed invalidante che nel tempo tende a peggiorare se non adeguatamente trattata in quanto la lesione tende ad aumentare e retrarsi nel tempo”. La tecnica di questo intervento, realizzato anche in artroscopia, è molto innovativo e complesso.
“Negli ultimi anni la chirurgia della spalla ha avuto una grande evoluzione, specialmente – dice il dottore Massimo Misiti, rappresentante della Calabria della Società italiana di artroscopia e componente del Direttivo nazionale del Collegio italiano dei chirurghi – attraverso la tecnica artroscopia. Questo ha fatto sì che alcune procedure chirurgiche che prima si facevano ‘a cielo aperto’ ora si effettuano attraverso piccole incisioni. Il fatto che un intervento di questo tipo sia stato realizzato in Calabria deve essere motivo di grande orgoglio, e va considerato come un ulteriore contributo verso una riduzione della migrazione sanitaria nelle strutture del Nord Italia”. (Comunicato Stampa)