Sbarcano a Palermo oltre 930 migranti
PALERMO – 931 migranti sono arrivati questa mattina a bordo del mercantile norvegese Siem Pilot nel porto di Palermo. I profughi, soccorsi nei giorni scorsi dalle navi della Marina militare al largo della Libia, sono stati accolti al porto dai medici dell’Asp di Palermo, dalla questura, Protezione civile dai volontari della Croce Rossa e della Caritas diocesana coordinati dalla Prefettura e dall’arcivescovo Corrado Lorefice. Si tratta di 841 uomini di cui 136 marocchini, un tunisino, un egiziano e molti africani sub-sahariani a cui si aggiungono 64 donne di cui due incinte e oltre 150 minori non accompagnati. Ai profughi la Caritas ha distribuito tè, latte caldo e biscotti. I pasti a sacco sono stati forniti invece dall’azienda Conad, mentre le scarpe e le magliette dall’azienda Play Sport di Siracusa.
Come un semplice volontario, senza zucchetto e indossando il gilet della Caritas, il nuovo vescovo Don Corrado Lorefice insieme al direttore della Caritas padre Sergio Mattaliano, ha accolto con abbracci e sorrisi donne, minori e uomini africani. Due donne africane, di cui una con due figli gemelli saranno accolto nel palazzo arcivescovile. Insieme a lui oltre ai cittadini volontari, operatori della Caritas anche 15 religiosi, tra diaconi, parroci e seminaristi. Inoltre tra i volontari a supportare i migranti nelle varie necessità anche il francescano fra’ Loris D’Alessandro, la suora comboniana Valeria Gandini e alcuni laici comboniani.
Al porto hanno prestato il loro servizio sul molo Piave anche 53 gli operatori sanitari. Soltanto 8 migranti sono stati ospedalizzati per fratture, casi di disidratazione e ipotermia. Per quanto riguarda la distribuzione, 50 migranti verranno ospitati presso il centro San Carlo della Caritas di Palermo mentre circa 150 nuclei familiari andranno presso la Caritas di Monreale. Tutti gli altri sono già in partenza per altri centri ubicati in altre regioni italiane già predisposte dal ministero.
“La prefettura come sempre ha coinvolto la diocesi attraverso la Caritas di Palermo – afferma il vescovo Corrado Lorefice -. Ieri sera, infatti, insieme a diaconi, seminaristi parroci e Caritas abbiamo organizzato il modo migliore per dare la nostra risposta. E’ questa la chiesa che vogliamo, vicina a chi ha bisogno con la capacità e la volontà forte di donarsi e prendersi cura del nostro prossimo. Abbiamo, tra l’altro, allertato già da ieri, tutte le parrocchie che hanno raccolto offerte economiche e beni di prima necessità da destinare ai migranti.Abbiamo donne con bambini tra le persone che stiamo accogliendo. La cosa bella è che, al di là della presenza forte della comunità cristiana, vedo tante altre organizzazioni che si mettono a servizio con grande dedizione come cittadini, medici, crocerossa, protezione civile. Siamo davanti ad un sistema di accoglienza che funziona che fa vedere la ricchezza umana che c’è nella città anche in un periodo di ferie festive come questo. Tutto il mondo ha bisogno di ritrovare questa dimensione di profonda apertura e accoglienza nell’ottica del cambiamento degli stili umani all’insegna della solidarietà più concreta e più autentica. Questa è l’unica strada affinchè possa prevalere su tutti la pace, aiutando e sostenendo chi vive sotto le minacce e la guerra senza avere l’essenziale per la sopravvivenza“.
Tra i volontari c’è anche Tommaso (Yannick) uno dei giovani adottati dalla Caritas diocesana che distribuisce i pasti a sacco nei pulman con i migranti in partenza. “Ormai è da un anno e mezzo che sono a Palermo e la mia vita è cambiata in meglio – dice -. Aiutare chi arriva mi piace molto e mi dà tantissimo. Chi come noi è stato aiutato deve continuare ad aiutare i fratelli migranti che arrivano e stanno peggio di noi. Tutti, italiani e stranieri, come uomini dobbiamo sostenere chi arriva”.
Palermo non dispone di un Hotspot per cui, come conferma in maniera determinata il sindaco Leoluca Orlando le operazioni di accoglienza si svolgono senza lunghe attese per le identificazioni più complesse.”Stiamo confermando la nostra assoluta collaborazione – sottolinea il sindaco Orlando – come città che ha sottoscritto la Carta di Palermo. Si continua a procedere come si faceva prima soltanto sul piano delle prime identificazioni. Lo smistamento con operazioni più complesse che mettono in discussione la dignità del migrante e da cui da sempre prendiamo le distanze, non avverrà da noi. Queste operazioni verranno svolte dalle prefetture dei centri dove verranno trasferiti i migranti. I profughi, infatti, rimangono al porto soltanto il tempo necessario per gli accertamenti sanitari per poi essere trasferiti nelle diverse sedi dove verranno identificati con i fotosegnalamenti. Ancora una volta, in questo modo, confermiamo il nostro stile di accoglienza chiedendo con molta forza che non ci sia un ammasso di esseri umani considerati numeri che al porto di Palermo sarebbero costretti a lunghissime attese per le accurate operazioni di identificazioni”. (Redattore Sociale)