Sbarchi, in Calabria giunti oltre 2 mila migranti

(Foto archivio)

REGGIO CALABRIA – Dalle prime ore di oggi i porti di Corigliano Schiavonea (alto Ionio cosentino) e di Reggio Calabria stanno accogliendo oltre duemila migranti. A Corigliano è arrivata la nave Aquarius con 1032 persone a bordo tra cui 99 donne, 11 delle quali incinte ed un numeroso gruppo di minori, molti dei quali non accompagnati. I profughi arrivano quasi tutti dall’Africa subsahariana. La nave Aquarius di Medici senza Frontiere ha  trasportato a Corigliano 230 minori non accompagnati, tra cui 8 bambini di età inferiore ai cinque anni e due neonati di appena una settimana. Molti profughi hanno i corpi segnati da profonde ustioni provocate dal contatto dell’acqua marina e della benzina sul fondo dei gommoni, a bordo dei quali vengono ammassati dai ‘mercanti di schiavi’ che poi li abbandonano nel Mediterraneo. Il sindaco di Corigliano, Giuseppe Geraci, ha evidenziato la complessa e delicata situazione che si è venuta a creare, soprattutto per le casse dei Comuni che sono tenuti a dare ospitalità ai minori che non hanno famiglia.

Una situazione difficile da affrontare per il Comune dell’alto Ionio cosentino, alle prese con il quarto sbarco del 2017.  “Siamo pronti a gestire una cinquantina di minori nelle nostre strutture – ha fatto sapere il sindaco Geraci – ma dovremo trovare altre soluzioni per gli altri, coinvolgeremo le associazioni del luogo. Il governo nazionale incominci ad aprire gli occhi sull’argomento – ha sollecitato il primo cittadino coriglianese – e faccia presente alla Comunità europea che l’Italia non può gestire da sola la grande tragedia che si sta consumando nel Mediterraneo”.

Sempre dalle prime ore di oggi, a Reggio è in corso un altro sbarco di 1006 persone giunte a bordo della nave Vos Hestia di Save The Children e provenienti anch’esse dall’Africa subsahariana.  Il gruppo è composto da 835 uomini, 231 donne e 296 minori, 55 dei quali non accompagnati. I sanitari hanno riscontrato sei casi di varicella; da ciò la seria preoccupazione che possano essere infettati anche altri profughi, soprattutto le donne in stato di gravidanza ed altri bambini. Registrati anche 250 casi di scabbia, e una ventina di persone che hanno lamentato disturbi intestinali.

Da segnalare inoltre che vi sono anche sei donne incinte, tutte alla prima gravidanza. Secondo i sanitari e gli operatori sociali che hanno fatto la prima accoglienza non è escluso che le gravidanze siano frutto delle violenze subite in Libia in attesa di potersi imbarcare per l’Italia. Per una donna somala, all’ottavo mese di gravidanza con flebite, edema bilaterale alle caviglie e ferita infetta alla mano destra, si e’ reso necessario il trasbordo su un’altra nave per il necessario ricovero in ospedale. Grande attenzione è stata rivolta anche a quattro minori: un neonato di 4 giorni, apparentemente in buona salute e un bambino libico di 10 mesi con un danno cerebrale ipossico postpartum in condizioni stabili, nonostante lo stress del viaggio. Soccorsi mirati per un altro neonato di un mese e mezzo, ed un bambino eritreo di tre anni con una frattura alla gamba destra con esiti deformanti. Sulle banchine dei due porti sono operativi gli ormai ben collaudati sistemi di accoglienza e di primo soccorso coordinati dalle rispettive prefetture. Per i casi di scabbia, la protezione civile regionale ha allestito il sistema di docce pressurizzate per il trattamento dermatologico. Pronto il piano di riparto che prevede, per la prima volta, il trasferimento di un gruppo di 100 migranti in Sicilia: per la precisione 50 ad Agrigento, 25 ad Enna e 25 a Messina. (Agenzia Redattore Sociale)