Scuola, “Il sostegno non si può tagliare”

scuola

ROMA – Le ore di sostegno non si possono tagliare, quali che siano i problemi di risorse e di bilancio: lo afferma con chiarezza la sentenza n. 2023 del Consiglio di Stato, destinata a divenire “storica”. Il giudice Francesco Gambato Spisani ha infatti riconosciuto il valore irrinunciabile del sostegno scolastico: “l’inserimento e l’integrazione nella scuola , con l’ausilio dall’insegnante di sostegno, anzitutto evitano la segregazione, la solitudine, l’isolamento”, ma hanno anche “fondamentale importanza per la società nel suo complesso, perché rendono possibili il recupero e la socializzazione”, permetto di fatto alle persone con disabilità “di dare il loro contributo alla società”. Di conseguenza, “le istituzioni scolastiche ed il ministero dell’Economia e delle Finanze – si legge nella sentenza – non possono impedire, per esigenze di contenimento della spesa pubblica, l’effettiva fruizione delle ore di sostegno e di tutte le altre misure di assistenza previste dalla legge per i medesimi alunni disabili”.

La sentenza è stata emessa dalla VI sezione, che richiamando i principi costituzionali ha sancito chiaramente che “le posizioni degli alunni disabili devono prevalere sulle esigenze di natura finanziaria”. Un monito, evidentemente, al ministro dell’Economia e delle Finanze.  Lo spunto è offerto dal caso di un bambino con disabilità iscritto a una scuola per l’infanzia in Toscana di 25 ore di sostegno necessarie, solo 13 erano state assegnate dall’Ufficio scolastico regionale. Di qui, il ricorso della donna al Tar Toscana, che le ha dato ragione – come spesso accade in questi casi – disponendo che Miur e Ufficio scolastico regionale incrementassero immediatamente le ore, eleggendo anche due commissari in caso di inadempimento. Miur e Usr hanno però impugnato la sentenza di fronte al Consiglio di Stato, che ora ha respinto l’appello, dopo aver preso in esame la complessiva normativa sul diritto allo studio e l’inclusione scolastica.

La portata storica della sentenza non è sfuggita a Salvatore Nocera, avvocato di Aipd e membro dell’Osservatorio del Miur per l’inclusione scolastica, che ad Avvenire ha dichiarato: “Sono lietissimo che anche il Consiglio di Stato si sia adeguato a due sentenze fondamentali della Corte Costituzionale. In particolare, Nocera fa riferimento a due storiche sentenze della Consulta, la n. 80 del 2010, che riguardava le ore di sostegno e la n. 275 del 2017 sulle ore di assistenza educativa e per la comunicazione (Aec): con queste, la Corte Costituzionale e ora il Consiglio di Stato hanno eliminato “qualsiasi alibi per gli enti locali che, con la scusa del pareggio di bilancio, diventato obbligatorio dopo la modifica dell’ articolo 81 della Costituzione, erano soliti tagliare i fondi alla disabilità”. Ora, non si potranno più ridurre le ore di sostegno perché “non ci sono i soldi”. (Agenzia Redattore Sociale)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *