Scuola irraggiungibile: valigie piene di libri per i bambini dell’Amazzonia

PICHARI (Perù) – Una lunga tunica arancione con larghe bande nere verticali, uguale per tutti. Grandi sorrisi e niente scarpe: nella foresta non servono. La meraviglia per un regalo inaspettato, mani minute che stringono “Il piccolo principe”, “Le avventure di Narnia”, “L’isola del tesoro”, “Ventimila leghe sotto i mari”, frugando impazienti tra gli altri titoli in lingua spagnola raccolti nelle grandi valigie.
Gli sguardi dei bambini della tribù Ashaninka, nel distretto di Pichari (Amazzonia peruviana) ripagano tutta la fatica di un viaggio durato quasi due giorni e dicono che“Parolamia”, il progetto del fotografo Giovanni Marrozzini, partito dall’Italia e approdato in Perù, ha fatto centro: la prima biblioteca ambulante della foresta amazzonica è realtà.

Foto d’autore, quelle di Giovanni, in cambio di libri, attraverso un semplice meccanismo di scambio con i lettori che non prevede passaggio di denaro. La libreria online Hoepli a veicolare i testi, il web per partecipare, messaggeri-amici per trasportare i libri da una parte all’altra del mondo e un fuoristrada pronto a sfidare la foresta per raggiungere i bambini dei villaggi più sperduti. La lista di libri richiesti che puntualmente va esaurita sul web in meno di due ore. Più di 900, al momento, i testi raccolti.

La prima consegna, mercoledì 6 aprile. “Sono arrivata col bus ad Ayacucho alle 8 del mattino e a Pichari alle 19 passate. Strada bloccata per lavori, camionetta del comune che si rompe. Avventure varie. Bilancio del viaggio Lima-Pichari: 22 ore! Sono ko!”.
Il messaggio arriva in Italia che è ancora giorno. Il Perù è indietro di 7 ore.
Questa è la stagione delle piogge e le poche strade che penetrano la foresta sono martoriate da frane continue. Nella sua prima “missione” da viaggiatrice-ambasciatrice, Paola Chiari, dirigente di Torino, appassionata di fotografia, è partita dall’Italia con un carico speciale: due valigie piene di libri, 64 chili in tutto, da trasportare tra aerei, autobus, camionette e il fuoristrada trasformato in biblioteca. Fino alla foresta. L’autore del progetto, Giovanni Marozzini, è visibilmente emozionato. Quello che fino a pochi mesi fa era solo un sogno, adesso si tocca con mano.

bambini

Giovanni, come è avvenuta la consegna dei libri?
Il viaggio per consegnare i libri ai bambini Ashaninka è partito da Torino ed è durato quasi due giorni. Paola Chiari aveva già in programma questa trasferta. Ha saputo del progetto e mi ha proposto di diventare ambasciatrice di “Parolamia”, portando personalmente i libri in Perù. Arrivata a Lima, ha preso un autobus per raggiungere Ayacucho e da qui è arrivata, dopo più di 7 ore di viaggio, a Pichari con una camionetta del comune e quelli che chiama i suoi “angeli custodi”: i funzionari del comune Walter Luque Salcedo e Carlos Jimenez Huasasquiche.

Cosa è successo quando i libri sono arrivati a Pichari?
Il sindaco aveva organizzato una conferenza stampa e insieme a Paola e agli assessori ha aperto le due valigie, presentando il progetto. Mi rende particolarmente felice sapere che il mio progetto è stato il lancio per una serie di attività che ora verranno avviate per favorire la lettura nelle comunità più isolate nella foresta amazzonica. Gli amministratori del distretto stanno facendo tanto per le comunità che vivono lontano dal centro e hanno accolto con entusiasmo il progetto della biblioteca itinerante. All’inizio sembrava impossibile, mi hanno fatto mille domande su come pensavo di realizzarla. Invece in nel giro di qualche mese siamo partiti.

Come hai scelto i libri?
I testi esulano completamente dai programmi scolastici. Sono romanzi d’avventura e fantasy, servono per avvicinare i bambini della foresta alla lettura, offrire stimoli per conoscere meglio la realtà in cui vivono. Ho inserito anche “Il libro della giungla”: non è l’Amazzonia, ma può comunque affascinarli, spingerli verso l’amore per la lettura.

Quali sono i prossimi passaggi del progetto?
In questi giorni continua la distribuzione nei villaggi che poi si scambieranno i testi per farli arrivare a tutti i bambini: 12 villaggi, altrettanti zainetti, con 10 libri ognuno, che ruotano da un villaggio all’altro a bordo del fuoristrada. In queste ore sto aspettando le foto da Manaus dove sono in distribuzione altri 30 libri in lingua portoghese che andranno a realizzare una biblioteca fissa nella comunità di indigeni Dessana, a  Sao Joao du Tupe. A fare da tramite, qui, è lo sciamano della tribù e Romina Bianconi, ricercatrice italiana che si è trasferita in Brasile.

Paola, come è stato il contatto con i bambini?
I bambini peruviani sono timidi, soprattutto le femmine, a differenza di quelli africani non ti vengono incontro, non si avvicinano troppo. Quando ho aperto la valigia si sono sciolti ed è stato commovente, emozionante. Hanno iniziato a toccare tutti i libri, giocavano con la valigia, sceglievano i titoli. Una bambina presa dall’entusiasmo ha afferrato un libro e se l’è messo nello zaino. Hanno riso tutti, poi le hanno spiegato come funziona la biblioteca. Le comunità sono tantissime, sparpagliate nella foresta. Non è facile l’organizzazione scolastica quando per firmare un documento devi fare 3 ore di jeep, sullo sterrato. I bambini affrontano un’ora e mezzo di cammino per andare a scuola e uno dei villaggi al momento non ha avviato le lezioni perché talmente sperduto da scoraggiare qualunque insegnante. Soprattutto per questo, trovo che il progetto di Giovanni sia geniale.

Giovanni, il futuro di “Parolamia”?
Aspetto con emozione il lancio della nuova raccolta mentre sto lavorando alla ricerca di nuovi “ambasciatori”. Con le spedizioni ci sarebbero da affrontare una infinità di pratiche burocratiche, allora ho colto l’idea di Paola al volo, proponendo di convogliare il costo della spedizione in un biglietto aereo per trasformare un viaggiatore in “ambasciatore”.
Mi piace dare ai giovani la possibilità di viaggiare pagando parte del biglietto e trasformandoli in ambasciatori della cultura. (Agenzia Redattore Sociale)