Sgombero Baobab. I volontari: non ce ne andiamo, solo 1/3 migranti sistemati
ROMA – “Noi da qui non ce ne andiamo, noi non molliamo finché ci sarà anche un solo migrante da aiutare”. Lo hanno sottolineato i volontari del centro Baobab di via Cupa, a Roma, alla vigilia dello sgombero della struttura fissato per domani. “Stanotte dormiranno qui circa 30 migranti, in vista dello sgombero sono state sistemate solo 20 persone, un terzo di tutte quelle presenti nella struttura. Resteremo al loro fianco finché fisicamente non ci porteranno via”, spiega Roberto Viviani, uno dei volontari nel corso della conferenza stampa convocata all’interno del centro. “Vogliamo fare pressione su chi si è accorto di quanto successo qui dentro solo oggi, su chi non ha visto quante cittadine e cittadini si sono mobilitate in questi mesi per i migranti a via Cupa”.
Viviani spiega che secondo quanto comunicato dalla Sala operativa sociale del Comune di Roma, lo sgombero del Baobab avverrà domani, perché una sentenza del Tar impone all’amministrazione di restituire i locali al proprietario, la Tamarri srl. “E’ molto indicativo che la prima comunicazione ufficiale tra noi e l’amministrazione sia avvenuta il 20 novembre, 161 giorni dopo l’inizio dell’esperienza di solidarietà qui dentro e 200 gironi dopo lo scellerato sgombero di Ponte Mammolo – afferma -. Noi abbiamo detto chiaramente che non ci saremmo allontanati finché tutti migranti non fossero stati ricollocati in altri centri e finché non si fosse trovata una soluzione stabile e concreta per gli altri migranti transitanti, che continueranno ad arrivare a Roma. Il dipartimento continua a rispondere che una soluzione non c’è né ci sarà al momento dello sgombero”. Per ora solo alcuni ragazzi sono stati collocati in una struttura di via del Frantoio, altri nelle strutture attivate per l’emergenza freddo: “noi vogliamo che le istituzioni si prendano carico di queste persone, finché non si trova una sistemazione adeguata e dignitosa, rimaniamo”.
I volontari hanno ricordato che le voci di un imminente sgombero si rincorrono da giugno, da quando l’ex assessora alle Politiche sociali Francesca Danese, visitò la struttura e ne parlò come una “sistemazione temporanea e inadeguata”. “Danese ci ripeteva continuamente che un’altra struttura per accogliere i transitanti era già stata trovata – aggiunge Viviani – parlava del Ferrhotel, ma ad oggi, quel centro ha ancora le porte e le finestre murate”. “Quella del Ferrhotel – aggiunge Andrea Costa, un altro dei volontari – è stata solo una presa in giro. Il nostro timore è che, siccome nella zona ci sono diversi appetiti commerciali su queste strutture, qui possa sorgere anche un centro commerciale”.
Da giugno a oggi il Baobab ha dato ospitalità a circa 35mila migranti transitanti. “L’11 maggio è stato deciso lo sgombero di Ponte mammolo, 440 persone sono state messe in mezzo a una strada – ricorda Costa –la maggior parte erano migranti in transito senza alcuna alternativa, che si sono riversati intorno alla stazione Tiburtina. Non avevano un tetto, non avevano dove lavarsi e dove mangiare. Qui è partita una gara solidarietà, il Baobab è diventato un punto di riferimento per chi voleva aiutare queste persone. Da fine maggio a oggi oltre 35mila migranti sono stati assistiti, una buona fetta degli oltre 130mila profughi arrivati in Italia nel 2015”. L’attività dei volontari si è concentrata nel “far sentire gli ospiti a casa loro” spiega, insieme al contributo di diverse associazioni: Msf, Save the children, Cir, A buon diritto, etc. “Abbiamo creato un nuovo modello di accoglienza – aggiunge-. Non pensavamo che la generosità dei romani potesse arrivare a tanto. Quando gli ospiti eritrei se ne vanno ci dicono in tigrino una frase che significa ‘senza di voi si spegne il mondo’, non pensiamo che il mondo si spenga senza di noi, ma c’è amarezza nel constatare che governo e amministrazione non sono state in grado di fare di più”.