Sifo, un corso per smascherare le fake news
Fake news, post verità, viralità delle informazioni, infodemia: il periodo pandemico ha accentuato alcune criticità dell’informazione e comunicazione, ed ha scosso violentemente le basi di un rapporto “fiduciario” tra cittadini, media e mondo della sanità. Come reagire e ripartire su basi attendibili? Se lo chiede la Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie-SIFO all’interno del Corso residenziale Elementi di comunicazione e di metodologia scientifica per smascherare le fake news (10 maggio 2022 c/o Villa Romanazzi Carducci, Bari), una giornata di confronto multidisciplinare che vuole mettere sotto i danni creati dal periodo COVID-19, puntando sul valore della comunicazione puramente etica e scientifica come elementi di ripartenza. “Un valore che – ricorda il Presidente SIFO Arturo Cavaliere – si esprime per una società scientifica nella produzione di informazione qualificata. E infatti SIFO ha voluto in periodo pandemico amplificare ancor di più con i propri comunicati e con il proprio sito on-line la comunicazione affidabile ed autorevole, soprattutto con la pubblicazione delle Linee Guida e delle Istruzioni Operative legate alla lotta al Covid-19 che che sono diventate un binario scientifico a supporto degli operatori e della corretta informazione”.
Perchè SIFO ha voluto proporre un evento di formazione orientato ad offrire strumenti per “smascherare le Fake news”? Risponde Titti Faggiano, tesoriere SIFO e responsabile scientifico dell’evento: “la nostra società scientifica è da sempre impegnata nel fornire alla comunità scientifica tutta la corretta informazione della scienza e del buon uso, in particolare, dei farmaci e dei dispositivi medici; durante questo mandato il Direttivo SIFO, poi, ha voluto dare molto spazio alla comunicazione e alla divulgazione scientifica ritenendo ciò un atto responsabile e culturale attraverso cui il farmacista del SSN può dare un contributo scientifico di grande valore. Le Fake news si sono moltiplicate con il COVID19 sia a causa della mancanza di tempo da dedicare all’approfondimento di temi di salute e sanità sia per la mancanza di percorsi “facilitati” da seguire nel discernere le informazioni veritiere. Fornire gli strumenti per smascherarle è un dovere professionale cui vogliamo rispondere per creare appropriatezza nell’uso dell’informazione scientifica”. Le sessioni della giornata sono quattro, intrecciano comunicazioni accademiche, prove pratiche e prove interattive e sono dedicate a: elementi di comunicazione scientifica; riconoscere le fake news; sviluppare una metodologia scientifica; elementi di comunicazione giornalistica. Tra le comunicazioni anche un approfondimento inedito sul nesso c’è tra fake news e rischio clinico: “Tra questi due ambiti c’è un nesso da non sottovalutare”, precisa Piera Polidori, anche lei responsabile scientifica dell’evento oltre che membro italiano del board di EAHP, l’Associazione europea dei farmacisti ospedalieri, “Dobbiamo abituarci al fatto che le informazioni possono diffondersi velocemente ben prima che siano validate da fonti accreditate e ciò si traduce in disinformazione e scetticismo. Questo porta a risultati gravi come l’auto-somministrazione da parte dei pazienti di terapie inutili (se non dannose), oppure il rifiuto di cure ospedaliere salva vita e dei vaccini anti-SARS-CoV 2. Inoltre la diffusione capillare delle fake news può generare una forte pressione sociale che in alcuni casi ha portato le agenzie regolatorie ad autorizzare l’accesso precoce a trattamenti con dati parziali, i comitati etici ad autorizzare sperimentazioni con razionali scientifici lacunosi e i prescrittori a ricorrere smodatamente all’impiego off-label anche di quei farmaci che non hanno ricevuto in seguito nessuna validazione dai dati sperimentali”. Ma allora di fronte a questi rischi concreti e quotidiani, quali sono le “armi” che il Farmacista ospedaliero può utilizzare per il contrasto delle Fake in ambito scientifico? Risponde ancora Polidori: “Il Farmacista ospedaliero possiede una natura poliedrica ed un background formativo multidisciplinare che gli consentono di poter entrare, a pieno titolo, nel merito delle valutazioni delle evidenze scientifiche. L’utilizzo delle “best practices”, delle linee guida e dell’ “evidence based medicines” sono da sempre strumenti propri del farmacista ospedaliero, che oggi più che mai diventano requisiti indispensabili per garantire la miglior cura possibile al paziente. Peraltro, il farmacista ospedaliero svolge un’importante attività di counselling con il paziente, e ciò lo rende una sorgente di informazione privilegiata che può essere determinante nel disinnescare fake news e garantire l’aderenza terapeutica a quei farmaci realmente efficaci, sicuri e, soprattutto, il cui impiego è supportato da studi clinici rigorosi e condotti in accordo alle Good Clinical Practices. A tal proposito questo corso rappresenta un’importante occasione di approfondimento per effettuare una sintesi di quei contenuti sia teorici che pratici utili per supportare i colleghi nell’assolvere a questo importante ruolo”. L’evento di Bari si presenta quindi come un mix di “conoscenza e pratica”: come mai questa “contaminazione” all’interno di un corso di formazione? Conclude Titti Faggiano: “Non si può prescindere dal binomio ‘conoscenza e pratica’. Le conoscenze teoriche devono essere applicate perché si faccia vera scienza, altrimenti rimane tutto nell’ambiguità. La faculty di esperti dimostrerà proprio questo: il trasferimento delle conoscenze ‘lette’ alla luce della quotidianità. Ben venga, allora la ‘contaminazione’, se riusciremo a contagiare i colleghi con gli strumenti operativi che fornire ai partecipanti del Corso, che oltre ai farmacisti del SSN, saranno anche medici e infermieri”.