Siria, bombe a grappolo su Aleppo: ad oggi 136 i bambini morti e oltre 400 i feriti
Dal 23 settembre scorso ad oggi sono 136 i bambini che sono morti e altri 387 quelli feriti a causa dell’esplosione di bombe a grappolo ad Aleppo est, ma il numero delle vittime potrebbe essere ancora più alto, considerando quelle che non sono riuscite a raggiungere gli ospedali. Nonostante il diritto internazionale umanitario ne vieti l’utilizzo, secondo le testimonianze di operatori umanitari e dei medici ancora presenti nell’area, nel corso degli ultimi mesi ne sarebbe stato fatto ampio uso nell’area orientale della città sotto assedio. Questo l’allarme lanciato da Save the Children, l’Organizzazione internazionale dedicata dal 1919 a salvare i bambini in pericolo e tutelarne i diritti.
Secondo il Centro di Documentazione delle violazioni dei diritti umani in Siria, dal 10 settembre al 10 ottobre sarebbero circa 137 gli attacchi con bombe a grappolo, con un incremento del 791% rispetto alla media degli otto mesi precedenti.
Nonostante in questo momento ad Aleppo sia in corso una tregua umanitaria, il crescente numero di bambini feriti da ordigni esplosivi desta grande preoccupazione: alcuni di loro sono in condizioni troppo gravi per essere curati nelle strutture mediche esistenti gravemente danneggiate dai continui bombardamenti, ma anche per essere evacuati. L’impatto delle bombe a grappolo sui corpi dei bambini, infatti, può essere devastante: una bomba di piccole dimensioni che colpisce a distanza ravvicinata può causare gravi fratture ossee, provocare la cecità o addirittura mutilarlo gravemente.
Le bombe a grappolo, vengono solitamente sganciate dagli aerei o sparate da mezzi di terra, spargendo una miriade di bombe più piccole che sono in grado di colpire un’area grande come un campo da calcio. Spesso questi ordigni più piccoli restano inesplosi su terreno e se vengono raccolte dai bambini questi rischiano di rimanere gravemente feriti. Anche quando questi ordigni esplodono a maggiore distanza, i frammenti e i cuscinetti a sfera che sono contenuti al loro interno penetrano nei muscoli, causando gravi ferite. “Non tutte le bombe esplodono e il loro aspetto è spesso simile ad una palla o ad un oggetto con il quale i bambini possono giocare. Sono mine pronte ad esplodere in qualunque momento, che spesso restano incastrate sui tetti o nelle finestre, nei campi da gioco o nei parchi. Sono moltissimi i casi di amputazioni registrati ad Aleppo e provocati proprio da questi ordigni”, spiega il Direttore dell’Organizzazione per la rimozione degli ordigni esplosivi e dei residuati bellici ad Aleppo Est.
“A volte i bambini vengono colpiti anche da 20 o 30 cuscinetti a sfera che possono ferire gravemente i loro arti fino a mutilarli. Coloro che si trovano a una distanza maggiore dal luogo dell’esplosione vengono raggiunti su tutto il corpo da una raffica di cuscinetti, che si conficcano quasi sempre nei muscoli,” dichiara il Dottor David Nott, chirurgo specializzato in traumi che opera in Siria, che offre consulenze da remoto ai chirurghi che ancora sono attivi ad Aleppo orientale.
Si stima infatti che ad Aleppo Orientale rimangano solo 35 medici, che hanno appena le risorse necessarie per occuparsi dei pazienti in pericolo di vita. Spesso non hanno neanche il tempo necessario per estrarre dai corpi dei bambini i frammenti delle bombe.
Circa il 40% delle vittime delle bombe a grappolo nel mondo sono bambini, che spesso ne rimangono feriti o uccisi anche molto dopo la fine delle ostilità, ricorda Save the Children, che sostiene l’attuazione della Convenzione sulle munizioni a grappolo del 2008, che vieta totalmente l’uso di queste armi mortali.
“Durante il conflitto in Siria sono state compiute continue violazioni al diritto internazionale umanitario: dai bombardamenti di scuole e ospedali, agli attacchi indiscriminati contro i civili. Dobbiamo fare di più per proteggere i bambini dalla carneficina che questa guerra sta causando. Se c’è una cosa sulla quale le parti in conflitto devono raggiungere un accordo immediato, è che si ponga fine all’uso di munizioni a grappolo e venga consentito l’accesso alle agenzie di aiuto in modo da poter evacuare i bambini feriti”. afferma Sonia Khush di Save the Children. “Le bombe a grappolo e le altre armi esplosive ad ampio raggio non devono essere utilizzate in nessun conflitto. L’uso di queste armi dall’impatto devastante e indiscriminato fa sì che oggi in Siria ci siano bambini molto piccoli a cui sono stati appena amputati gli arti o con cuscinetti a sfera conficcati nei tessuti muscolari”.
Save the Children chiede che siano definite delle chiare responsabilità per quello che sta accadendo ai bambini di Aleppo e che vengano avviate indagini urgenti per definire la portata degli attacchi atroci e indiscriminati che sono stati perpetrati nella città assediata contro la popolazione e le infrastrutture. Oltre a chiedere uno stop immediato all’uso delle munizioni a grappolo in qualsiasi area e sotto qualsiasi circostanza, l’Organizzazione sta facendo pressione per porre fine all’utilizzo di armi esplosive in zone popolate. (Comunicato Stampa)