“Soldi della cooperazione italiana per sostenere forze armate di Libia, Tunisia e Niger”
Soldi che servirebbero per progetti di sviluppo in Africa finiscono alle autorità libiche, tunisine e del Niger. Almeno 74,5 milioni di euro della Cooperazione italiana sono stati stanziati “per migliorare la gestione delle frontiere e dell’immigrazione” della Libia, per la rimessa in efficienza di una decina di motovedette della Tunisia e per la creazione in Niger di nuove unità specializzate necessarie al controllo delle frontiere, di nuovi posti di frontiera fissa o all’ammodernamento di quelli esistenti. È quanto rivela Osservatorio Diritti, testata online indipendente specializzata in inchieste, analisi e approfondimenti sul tema dei diritti umani in Italia e nel mondo, che insieme ad Asgi è riuscita a consultare una decina di decreti di spesa del ministero degli Esteri. “Tutte queste note, finora rimaste segrete, sono firmate dal direttore generale del ministero, Pier Luigi Vignali, nell’ambito dei finanziamenti comunitari previsti dal fondo fiduciario per l’Africa. In tutto ci sono in ballo 200 milioni di euro, già inseriti nella legge di bilancio approvata l’11 dicembre 2016”. Di questi 200 milioni, in base a quanto rivela Osservatorio Diritti, almeno 74,5 sono destinati non a progetti di sviluppo, ma al supporto delle forze armate dei tre Paesi, con la finalità di bloccare i migranti.
“Dai decreti di finanziamento appare chiaro che ci sono delle violazioni di legge -afferma Giulia Crescini, avvocata di Asgi interpellata da Osservatorio Diritti-. Mostrano chiaramente che i fondi sono stati utilizzati per altre finalità. Dalla fornitura e riparazione delle motovedette, all’addestramento della guardia costiera libica e tunisina. Ci sono tutte le condizioni affinché sia la Corte dei Conti, sia il Tar del Lazio, giudichino illegittimi i provvedimenti emanati”. (Agenzia Redattore Sociale)