Torna Sopravvissute: su Rai3 storie di donne che si sono salvate da uomini pericolosi
Narcisisti, manipolatori, vampiri energetici. Sono questi gli uomini dai quali sono scappate le protagoniste di “Sopravvissute”, il programma ideato e condotto da Matilde D’Errico che mette al centro le donne che si sono salvate e liberate da relazioni pericolose, tossiche e nocive, che torna su Rai 3 alle 00.10 con un nuovo ciclo di sette puntate, a partire da domenica 3 marzo.
Perché si cade nella rete di un narciso? Come ci si difende da un compagno manipolatore? Perché è così difficile riconoscere l’abuso psicologico che caratterizza alcune relazioni? Le donne protagoniste delle puntate di “Sopravvissute” hanno vissuto storie diverse, caratterizzate alcune da violenza psicologica, altre da stalking, altre ancora da dipendenza affettiva.
Eppure tutte, all’inizio, credevano di aver trovato l’uomo giusto, l’uomo che sapeva leggere la loro anima, l’uomo che sapeva dare attenzioni. Nessuna di loro sospettava che dietro i complimenti, le premure, i gesti affettuosi si nascondesse in realtà un narcisista, un uomo anaffettivo, privo di empatia, incapace di amare e concentrato solo sui propri bisogni.
In un’ottica di servizio pubblico, la testimonianza di ogni donna potrà essere di aiuto per tutte le altre che invece sono ancora intrappolate in una relazione di questo tipo.
Ascoltare la voce di chi ce l’ha fatta a liberarsi può essere importante per individuare una serie di campanelli d’allarme. In conclusione di ogni puntata Matilde D’Errico illustrerà un alfabeto della sopravvivenza, individuando le “parole chiave” di ogni storia, parole che possono aiutare a capire.
Sopravvisute: la prima puntata
A 21 anni Lucia lavora in una pasticceria a Napoli e ha tanti sogni nel cassetto. Sicuramente anche quello di incontrare il grande amore. Così, quando un amico le presenta un suo amico, resta colpita da quell’uomo più grande.
Lui la corteggia e lei si lascia affascinare, ma pian piano questa relazione la allontana dalla famiglia e dagli amici. Iniziano le violenze: calci, schiaffi, pugni. A scatenarle, un motivo banale come un ritardo o una discussione. Eppure, dopo le scuse, Lucia perdona il compagno, pensa che sia stressato, che non succederà più.
Lui le chiede di raggiungerlo in una città del Nord per iniziare una convivenza, lei è titubante. Finché Lucia scopre di aspettare un bambino. Raggiunge il compagno ma i rapporti diventano subito difficili; le liti sono frequenti, tanto da allertare i vicini, che sentono urla e pianti.
Finché il 13 febbraio 2013 – secondo il racconto di Lucia – l’uomo la prende a pugni e calci nonostante la donna sia incinta di quattro mesi. Lei scappa e torna a Napoli. Dopo un mese, durante l’ecografia morfologica, l’uomo si presenta in ospedale e aggredisce verbalmente i genitori di Lucia. A quel punto, finalmente, la donna lo denuncia, raccontando agli inquirenti le violenze subite.
L’ex compagno, che non ha mai riconosciuto né incontrato la figlia, è stato rinviato a giudizio per maltrattamenti in famiglia, aggravati dal fatto che la vittima fosse in stato di gravidanza.
Lucia oggi lavora ed è serena con la sua bambina, felice di essere uscita da un incubo. (testo e foto Ufficio Stampa Rai)