Spedizione Everest, lo studio indaga l’impatto dell’alta quota su liquido seminale
Stuppia (Unich): “Analizzeremo variazioni genetiche in risposta ambiente”
Il progetto internazionale ‘Lobuje Peak-Pyramid: Exploration & Physiology 2022’ che ha arruolato un gruppo di 22 italiani, uomini e donne, di età compresa tra i 20 e i 60 anni è entrato nel vivo. Lo studio coinvolge inoltre diversi esperti, provenienti da 12 atenei italiani ed esteri, oltre a 7 centri di ricerca internazionali. L’obiettivo è quello di rilevare, registrare e studiare, durante le varie tappe del viaggio, i parametri fisiologici e clinici, le performance fisiche individuali e l’impatto psicologico che un viaggio del genere può avere su degli sportivi a livello non agonistico.
Dopo vari giorni di trek, il gruppo ha raggiunto il Laboratorio-Osservatorio Internazionale Piramide, base scientifica, situata a Lobuche, nel Distretto di Solukhumbu, in Nepal, sul versante meridionale del monte Everest ad un’altitudine di 5000 metri. Un luogo di alto profilo e di valore scientifico dove possono accedere solo pochi gruppi, composti da scienziati internazionali che sviluppano progetti approvati dall’Associazione EV-K2-Minoprio e dal governo nepalese.
“Il mio gruppo di genetica medica, si occupa di intercettare ed analizzare le eventuali varianti genetiche che si possono manifestare nello sperma maschile a seguito dell’esposizione a particolari condizioni ambientali che possono spaziare dall’alimentazione, al fumo, allo stress. Nel caso di questo studio internazionale condotto in alta quota vogliamo, insieme agli altri colleghi, individuare le modificazioni epigenetiche che potrebbero, da un lato alterare la capacità riproduttiva dell’individuo e dall’altra potrebbero essere trasmesse alla prole generando figli dunque predisposti ad una serie di patologie”. Lo ha detto intervistato dall’agenzia di stampa Dire il professor Liborio Stuppia, ordinario di Genetica Umana dell’università ‘G. D’Annunzio’ di Chieti (Unich).