Stupri Rimini, arrestati i 4 aggressori
Hanno bussato alla porta della caserma di Montecchio, in provincia di Pesaro Urbino e lì, davanti ai Carabinieri, avrebbero detto di essere responsabili delle violenze sessuali di una settimana fa a Miramare di Rimini. Si tratta di due giovani minorenni di origine marocchina, fratelli, di 15 e 16 anni. Sarebbero dunque loro due dei quattro aggressori a cui la Polizia stava dando la caccia da una settimana. Forse si sono sentiti braccati, a causa della fortissima pressione mediatica che si era creata in questi giorni sul caso, o forse si sono sentiti spacciati dopo la diffusione da parte degli inquirenti del fotogramma delle telecamere di sicurezza che li incastrava.
Fatto sta che si sono presentati ai Carabinieri e avrebbero confessato di essere gli autori del brutale stupro di branco accaduto nella notte tra venerdì e sabato scorso sulla spiaggia del bagno 130 ai danni di una turista polacca, e poi della violenza successiva, quella ai danni di una trans peruviana commessa sempre nella stessa notte.
Poche ore dopo, sono stati arrestati anche gli altri due presunti aggressori: il capobranco, Guerlin Butungu, 20 anni, congolese, rifugiato residente a Vallefoglia, nel Pesarese, che si nascondeva alla stazione di Rimini, è stato preso dagli agenti dello Sco e della Squadra mobile di Rimini e Pesaro; l’ultimo componente sarebbe un altro minorenne congolese arrestato dalla squadra mobile della Questura di Rimini.
Nell’immagine diffusa dagli inquirenti (un fotogramma delle 3.57 di quella notte) si vedono tre persone di spalle che stanno camminando sul lungomare: due indossano un cappellino, una ha una felpa con il cappuccio. ma ci sarebbero altre immagini in cui i loro volti sono stati immortalati in modo nitido. E nei giorni scorsi le vittime, vedendo queste immagini, li avevano riconosciuti: la trans peruviana con certezza e poi anche la coppia polacca (la ragazza violentata a turno per un’ora e il compagno picchiato con violenza), anche se con qualche esitazione. (con la collaborazione di DIRE)