Taranto, Procuratore Capristo e ispettore di Polizia ai domiciliari per corruzione
La procura di Potenza ha emesso un’ordinanza di arresti domiciliari nei confronti del procuratore della Repubblica di Taranto, Carlo Maria Capristo, di un ispettore della polizia di Stato in servizio alla questura di Taranto e di tre imprenditori della provincia di Bari accusati di corruzione in atti giudiziari.
L’indagine sui reati contro la pubblica amministrazione, contro il patrimonio, contro la fede pubblica e contro l’amministrazione della giustizia, ha visto l’impiego del personale della guardia di finanza di Potenza e della squadra mobile della questura del capoluogo lucano. I cinque, ciascuno nel proprio ruolo, avrebbero indotto un giovane sostituto procuratore della Repubblica in servizio alla Procura di Trani a perseguire in sede penale, senza che ne ricorressero i presupposti, una persona che loro stessi avevano “infondatamente” denunciato per usura a loro danno, in modo da ottenere vantaggi economici.
Secondo la ricostruzione della procura, il giovane pm si sarebbe rifiutato alla richiesta di “aggiustare” il processo in corso, denunciando i fatti in contestazione. La sua decisiva collaborazione avrebbe permesso di dare il via alle indagini, spostate dalla procura generale di Bari a quella di Potenza in quanto, dopo la denuncia del giovane pubblico ministero, la vicenda giudiziaria all’epoca era stata direttamente trattata dal sostituto procuratore della Repubblica di Trani che ne aveva chiesto l’archiviazione, ritenuta infondata. Su Capristo e sull’ispettore di polizia vi e’ anche l’accusa di truffa in danno dello Stato e falso. Capristo, nello specifico, avrebbe falsificato la documentazione sulla presenza dell’ispettore per ragioni lavorative presso la Procura di Taranto controfirmando le sue presenze per servizi straordinari mai prestati mentre svolgeva incombenze di tipo personale o spiegava faccende di interesse dello stesso Capristo. Nell’inchiesta risulterebbero altri indagati appartenenti all’ordine giudiziario per abuso d’ufficio e favoreggiamento personale. (Agenzia Dire)