Terremoto, gli animali restano al gelo: consegnato solo il 15% delle stalle
ROMA – “E’ la cronaca di un disagio annunciato“. Con queste parole il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi denuncia, dai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emergenza che sta colpendo gli allevatori ed i loro capi di bestiame in queste giornate di gelo e neve nelle terre già martoriate dal terremoto.
“Nessuno faccia il furbo”, continua Pirozzi. “Era stata fatta una gara da parte della Regione per le stalle provvisorie- spiega- purtroppo su 52 stalle 25 sono state cantierate e 27 no. Oggi qualcuno scopre che c’è un’ordinanza del 28 novembre, si affannano tutti per darsi da fare, ma dal 28 novembre al 9 di gennaio passano quasi due mesi. Sei giorni fa è venuto in visita il ministro per l’inaugurazione di una tensostruttura, accompagnato in fanfara, non so se al ministro hanno detto quella che era la situazione”.
A puntare il dito contro i ritardi della ricostruzione è anche la Coldiretti, che chiede al governo lo “stop alla burocrazia per recuperare i ritardi nella consegna delle stalle mobili e salvare gli animali che si ammalano e muoiono per il freddo. Con le temperature scese ampiamente sotto lo zero- prosegue l’associazione- gli allevatori non sanno ancora dove ricoverare mucche, maiali e pecore, costretti a stare fuori al freddo, con il rischio di ammalarsi e morire, o nelle strutture pericolanti”.
“Con le temperature crollate fino a -10- spiega la Coldiretti- non ci sono carte che tengano e serve ora uno sforzo comune per superare le difficoltà sinora incontrate e alleggerire il percorso per l’arrivo delle strutture, risolvendo al contempo i problemi nell’allaccio dell’energia elettrica e dell’acqua, senza le quali le stalle montate non possono ospitare adeguatamente gli animali”.
La Coldiretti chiede subito un immediato cambio di passo per alleviare le difficoltà nelle aziende dove occorre anche garantire subito una sistemazione a quegli agricoltori e allevatori che hanno avuto le case crollate o lesionate. “In questo contesto, anche se tardivamente, una risposta- conclude- viene dall’ordinanza che autorizza finalmente gli allevatori a comprare direttamente tutto ciò che serve per garantire la continuità produttiva delle proprie aziende a fronte di un rimborso pubblico previsto fino al 100% delle spese sostenute”. (DIRE)