Terrorismo, come spiegarlo ai bambini? I consigli di Antonio Marziale
CROTONE – In queste ore siti internet e televisioni trasmettono immagini forti, spesso crude relative a ciò che è avvenuto questa mattina a Bruxelles, dove si sono verificati tre attentati terroristici che hanno causato 34 morti e oltre 130 feriti. Una situazione che crea tensione e paura e davanti alla quale i bambini pongono domande alle quali ci si può trovare in difficoltà. Che risposte dare ai ragazzini che chiedono spiegazioni su ciò che sta succedendo? Come comportarsi? Di seguito i consigli del sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori.
“La guerra – o terrorismo che dir si voglia – è troppo vicino a noi. È in atto e ne siamo coinvolti. Difficile non rimanere scioccati davanti agli accadimenti, come quello odierno in Belgio, e altresì difficile spiegare cosa sta accadendo ai bambini, che chiedono spiegazioni.
I piccolini vedono i propri genitori attoniti davanti alle immagini divulgate dai TG e rimangono a loro volta colpiti.
Come comportarsi per aiutarli a comprendere nella maniera meno traumatica?
Creando, a casa come a scuola, occasioni di spiegazione e dibattito. Un compito in classe per far si che siano loro a spiegarci da dove cominciare a parlare, a seconda della percezione che essi già possiedono. Da un disegno. Poco importa se si perdono ore di matematica o religione o altre materie. Tutti i docenti sono abilitati ad intraprendere il discorso, perché sono adulti di riferimento, dei quali i piccolini si fidano.
I bambini necessitano della verità per imparare a misurarsi con il quotidiano che li circonda, per quanto nuda e cruda possa essere. D’altronde le favole non sono tutte “belle”: si pensi al cacciatore che uccide la mamma di Bambi.
Sempre la verità davanti alla paura.
Con quali parole? Non bisogna certo essere laureati in pedagogia o scienze internazionali: bastano le parole che sentiamo dentro. La nostra verità arriva forte ai bambini, molto di più delle “balle” rassicuratrici, cui gli adulti siamo abituati pensando di avere davanti “ebeti” da calmierare.
Risparmiare la verità ai bambini, pensando che siano troppo piccoli per capire, li trasforma in vittime alquanto impreparate di fronte a qualsiasi trauma la vita li destinerà”