Turchia, appello per i giornalisti in carcere
Pubblichiamo di seguito l’appello di Murat Cinar, foto e video giornalista di Pressenza (Agenzia di stampa internazionale per la pace, la nonviolenza, l’umanesimo e la nondiscriminazione) a non dimenticare e lasciare soli i colleghi giornalisti che si trovano detenuti in Turchia. wereporter.it aderisce all’iniziativa e invita tutti gli operatori dell’informazione e della comunicazione a sostenerla.
“Nel 2012 Reporter Senza Frontiere definiva la Turchia come “carcere più grande del mondo per i giornalisti”. Sono passati 4 anni ed attualmente nelle carceri si trovano almeno 30 giornalisti.
Giornalisti che pubblicano o ripubblicano certi articoli, alcune fotografie, interviste o video, vengono accusati di “incitare la popolazione per provocare una rivolta armata contro il governo centrale”, “istigare e delinquere”, “collaborare con un’organizzazione terroristica” oppure di “appartenere ad un’organizzazione terroristica”. Tutto questo diventa possibile grazie ad una serie di realtà legislative presenti nel codice penale. Censura e repressione vengono sostenute anche con l’ausilio del potere amministrativo e di buona parte dei media mainstream. Non mancano umiliazioni pubbliche, offese volgari, accuse senza fondamenti, licenziamenti, violenze fisiche e processi informali seguiti da esecuzioni mediatiche.
Diversi giornalisti sono in carcere da anni e aspettano la condanna, alcuni sono in attesa di sentire e capire quali siano le loro colpe ed alcuni invece vengono trattenuti per attendere l’inizio del loro processo. Le condanne richieste in alcuni casi prevedono anche l’ergastolo in condizioni aggravate.
Nonostante i diversi appelli lanciati da varie istituzioni in tutto il mondo e da altri singoli e gruppi di giornalisti, la Turchia continua ad essere un paese fortemente difficile e rischioso per la libertà di stampa.
Per questi motivi invitiamo tutti i giornalisti che lavorano in Italia a non lasciare soli nella loro battaglia i colleghi detenuti in Turchia. Chiediamo a tutti i giornalisti di aggiornare sistematicamente i propri lettori in merito alla libertà di stampa, espressione e pensiero in Turchia.