Ucraina: a Zaporizhia si vive in cantina
Natalia condivide una foto della cantina della casa trasformata in rifugio antiaereo, dove i familiari si sono sistemati: tende, sacchi a pelo e sedie da campeggio è ciò che in questi giorni li protegge dal freddo e garantisce il minimo. Intorno si vedono coperte e buste della spesa con viveri e acqua.
“Mia cognata non ha neanche la forza di parlare. Da cinque giorni non dormono, vivono in cantina coi bambini piccoli per paura dei bombardamenti. Sono nervosi, hanno anche finito le medicine. Stanno vivendo uno shock enorme”. E’ stanca, Natalia, rifugiata ucraina da mesi in Italia. L’agenzia Dire la contatta poiché originaria di Zaporizhia, città tornata bersaglio di bombardamenti da parte dell’esercito russo.
I raid degli ultimi giorni su varie località dell’Ucraina, compresi missili nel centro di Kiev che lunedì hanno causato dieci morti e almeno una sessantina di feriti, sarebbero una risposta alle esplosioni di sabato sul ponte di Kerch che collega la Russia continentale alla penisola di Crimea.
Le ragioni della guerra non entrano però nel discorso di Natalia, preoccupata anzitutto delle condizioni in cui vive la sua famiglia, rimasta in Ucraina. “Non hanno neanche voglia di raccontare quello che stanno passando”, dice. “Inoltre le comunicazioni telefoniche e la corrente elettrica vanno e vengono, neanche acqua e gas sono stabili”.