Udicon: in Emilia-Romagna liste d’attesa non calano, stop intramoenia
“In questo momento ci sono persone che non riescono ad accedere alla sanità pubblica per le prime visite. Per questo, crediamo che in questo momento sia necessario sospendere le attività di intramoenia, quelle attività di visite private fatte all’interno della struttura pubblica, per evitare di creare disuguaglianze sanitarie”. È la proposta che Udicon vuole fare, “tra oggi e domani”, alla Regione Emilia-Romagna, per risolvere il problema delle liste d’attesa. Nonostante infatti il piano messo in campo dalla regione annunciato a inizio mese, con il quale l’ente si dà l’obiettivo di tornare ai valori pre-pandemia entro sei mesi, questo secondo l’associazione dei consumatori non è sufficiente.
“La Regione ha messo in campo un piano e quindi ci sta mettendo del suo per recuperare- premette Vincenzo Paldino, presidente regionale di Udicon- ma non ci riusciamo. In momento ci sono persone che non riescono ad accedere alla sanità pubblica per le prime visite. E le liste sono quelle da recuperare più c’è gente che non riesce ad accedere in questo momento”. Per questo, alla luce delle “tante segnalazioni” arrivate, l’associazione annuncia di voler scrivere a viale Aldo Moro per presentare la proposta, che in sostanza consiste nella sospensione temporanea delle visite private all’interno delle strutture pubbliche.
“Noi crediamo che in questo momento ci voglia un’assunzione di responsabilità delle strutture e dei professionisti- riferisce Paldino alla ‘Dire’- per evitare di creare disuguaglianze sanitarie bisogna occupare quelle ore chiedendo ai professionisti di svolgere le visite per smaltire le liste d’attesa”. Secondo i calcoli del numero uno di Udicon, “per una gastroscopia, ma come tanti altri esami, servono più di 90 giorni” con il Servizio sanitario nazionale, mentre in una struttura pubblica a pagamento “quindi in intramoenia, si riesce a fare entro pochi giorni”.
Dunque, benché non contrari tout court all’intramoenia, in questo momento però “bisogna quantomeno sospenderla, fino a quando non saremo delle condizioni pre-pandemiche”, insiste il dirigente, ricordando tra l’altro che “questa attività si svolge con le apparecchiature comprate dal Servizio sanitario nazionale e con i fondi pubblici. Quindi si può assolutamente sospendere per un periodo, trovando gli accordi ovviamente con I professionisti”. Questo per difendere il “fiore all’occhiello” della regione, ovvero il comparto sanità. “Riusciamo a curare bene le persone gravemente malate, ma dobbiamo fare in modo che uno non lo diventi, quindi dobbiamo curarlo prima che questa persona poi abbia una patologia grave. Bisogna dare accesso alle prime cure alle persone per farlo, a nostro avviso. E arrivato il momento adesso di sospendere l’intramoenia per un po’”, conclude Paldino.