Un cambio di passo per la Calabria, il 16 novembre manifestazione Cgil e Uil

Il 16 novembre una manifestazione per un cambio di passo per la Calabria. La organizzano Cgil e Uil. Di seguito una nota a firma dei due segretari regionali Angelo Sposato (CGIL) e Santo Biondo (UIL).

La Calabria è una terra meravigliosa che ha però necessità di essere rilanciata. Si avverte un forte bisogno di rinnovamento e cambiamento per evitare una fuga che è diventata inarrestabile. Giovani, interi nuclei familiari hanno ripreso la via della emigrazione come non avveniva dagli anni 50-60 e secondo le stime di autorevoli istituti, lo spopolamento delle aree interne e la mancanza di lavoro e servizi porterà ad un calo demografico di un quarto della popolazione residente nei prossimi 50 anni.

La Calabria ha bisogno di riforme, istituzionali, strutturali, sociali che ridisegnino il modello sociale, di sviluppo. Non è più rinviabile una riforma della partecipazione pubblica finalizzata sia ad eliminare gli sprechi che in questi anni, spesse volte, sono sfociati in inchieste giudiziarie da parte delle Procure calabresi, sia a rilanciare le stesse come strumento di sviluppo regionale e di crescita sociale, economica ed occupazionale. Occorre un piano straordinario di sviluppo e lavoro che metta in connessione le opportunità derivanti dai diversi strumenti di programmazione.

Por, patti per il sud, patto per la Calabria, decreto mezzogiorno, bonus ed incentivi ad oggi non hanno consentito alla Calabria una strategia di uscita dalla crisi. Il limite di tutto ciò e aver escluso dalla cabina di regia i diversi attori del partenariato produttivo, relegandoli in secondo piano. Occorre un nuovo patto sociale, che recuperi tutto il mondo produttivo e le diverse associazioni di categoria, il mondo della cooperazione, le Università, la ricerca. Bisogna investire nella cultura, quella che consente ai nostri giovani di rimanere in Calabria.

Meno attività di promozione fieristica e più interventi sui nostri beni culturali ed archeologici. Occorre recuperare il gap infrastrutturale, togliere la Calabria dall’isolamento e puntare sui vettori di sviluppo. Completare l’intero tracciato SS 106, rilanciare gli aeroporti, la ferrovia Jonica, puntare sull’alta velocità e alta capacità, con collegamenti ferroviari moderni, deve diventare l’obiettivo concreto di una politica che vuole modernizzare la Calabria, partendo dal rilancio del Porto di Gioia Tauro. La difesa del suolo e la manutenzione del territorio sono oramai una emergenza, serve un piano straordinario di messa in sicurezza con tecnologie innovative e con lo sblocco delle assunzioni nei settori della manutenzione.

Occorre stabilizzare definitivamente il precariato storico istituzionalizzato e predisporre un piano per la graduale soluzione del precariato diffuso. L’ultima relazione della Corte dei conti regionale ha bocciato di fatto la regione Calabria nella gestione dei fondi di coesione per il piano operativo 2007/2013, sottolineando come il trend attuale sull’occupazione è addirittura peggiorato, nonostante fiumi di denaro pubblico.

Occorre costituire un osservatorio di legalità contro la corruzione, per tracciabilità della spesa e sui soggetti beneficiari, onde evitare utilizzi impropri da parte di pseudo imprese che puntualmente, al termine del finanziamento, licenziano, lasciandosi dietro drammi sociali. Cosa questa sottolineata nei diversi comitati di sorveglianza dalle parti sociali e dai membri della commissione europea. Così come è stata più volte sollecitato un confronto VERO e non una rassegna di numeri e percentuali con il partenariato sociale ed economico che rappresenta le esigenze reali del tessuto produttivo e sociale calabrese, confronto che consentirebbe di canalizzare i fondi europei verso esigenze reali e collettivi piuttosto che verso esigenze personalistiche ed elettorali o, nella migliore delle ipotesi, localistiche. La lotta alla ndrangheta deve diventare la priorità su cui ricostruire il nuovo modello sociale della Calabria.

Serve una inversione di tendenza nella gestione della spesa pubblica. Meno interventi minimi e parcellizzati che producono fenomeni distorti di illegalità e corruzione e più interventi organici, di ambito, a partire da quelli sull’ assetto idrogeologico e che consentono di costruire un vero piano straordinario per il lavoro. Occorre un piano straordinario per l’occupazione giovanile e femminile che dia soluzioni stabili e durature, superando la logica dei tirocini e stage indeterminati, ed è necessario uno strumento per le politiche attive e di sostegno al reddito, contro la povertà, per le migliaia di lavoratori espulsi dagli ammortizzatori sociali in deroga e privi di ogni tutela.

Occorre puntare sulle eccellenze e sostenere le nostre filiere agroalimentari, turistiche, la Zes di Gioia Tauro va rilanciata con le attività retroportuali, vanno individuati investimenti con le partecipate pubbliche (finmeccanica, eni, enel, ferrovie, anas, fincantieri) ed estesi i benefici economici nelle altre aree portuali ed industriali. Le vie della seta non possono essere prerogativa solo dei porti di Genova e Trieste. Occorre un piano specifico su welfare e sanità.

Occorrono adeguati livelli essenziali di assistenza, il potenziamento della rete di emergenza urgenza e non sono più differibili le costruzioni dei nuovi ospedali. Nelle aree interne servono servizi socio-sanitari adeguati e per evitare lo spopolamento diffuso occorre adeguare la medicina territoriale, soprattutto per gli anziani, i minori, i disabili. Per queste ed altre ragioni, invitiamo i Sindaci, le associazioni di categoria, gli studenti, le forze politiche e sociali, i cittadini calabresi a partecipare assieme a lavoratori e pensionati alla manifestazione del 16 novembre che si terrà a Catanzaro presso la cittadella regionale, una manifestazione per la Calabria.

Alla Calabria serve un cambio di passo e questo potrà avvenire se insieme ci adoperiamo per un cambiamento possibile. Siamo convinti che il 16 novembre, le voci della Calabria reale possano risvegliare tante coscienze addormentate e proiettarle verso il futuro.